«Credo sia un coraggioso e generoso riconoscimento da parte di Silvio Berlusconi a un movimento civico che in questi tre anni, insieme a 120mila persone, ha fatto delle battaglie importanti per la città difendendo e tutelando i diritti dei romani». Alfio Marchini è consapevole che, grazie a Forza Italia, per la sua campagna elettorale (e forse per tutto il centrodestra italiano) si apre una fase nuova.
Le prime reazioni dell'ingegnere romano hanno evidenziato prontezza di riflessi nel replicare agli attacchi. Interpellato dal Tg1 sulla scomposta reazione della Lega Nord di Matteo Salvini, non si è scomposto. «Rispetto le dinamiche altrui, la mia concentrazione è su Roma e vorrei che si tornasse a parlare dei problemi di Roma, sappiamo come risolverli, anche perché abbiamo finalmente a disposizione un uomo di straordinaria capacità come Bertolaso», ha detto rendendo pienamente l'onore delle armi all'ex avversario che ha fatto un passo indietro.
Altrettanto spirito è stato riservato ai concorrenti del Pd (Giachetti) e di M5S (Raggi) che gli rimproverano di essersi assoggettato a logiche politiche nonostante la campagna elettorale all'insegna dello slogan «Libero dai partiti». «Libero dai partiti vuol dire liberi di essere forti. Liberi di essere forti vuol dire permettersi di fare alleanze con altri liberi per liberare Roma da chi l'ha ridotta in modo drammatico e anche da quei movimenti che dietro al populismo farebbero cadere Roma ancora più in basso», ha detto Marchini evidenziando come la candidata grillina sia considerata la principale avversaria. Anche per questo motivo, porte aperte al cambiamento. «Se accetterò il simbolo di Forza Italia? Non abbiamo discusso di questo. Credo che la politica civica è qualcosa che deve ossigenare la buona politica. È importante che tutti i partiti si aprano alla società civile», ha sottolineato ribadendo l'identità di vedute con il Cav sulla necessità di promuovere in prima linea volti nuovi per rinnovare l'offerta politica.
Ma quale narrazione caratterizzerà Marchini dopo l'endorsement di Silvio Berlusconi? Lo storytelling appare molto somigliante a quello del Cavaliere: un imprenditore che scende in campo per evitare la deriva. «Bisogna decidere se fare rivoluzioni o sedersi su una poltrona», ripete spesso enfatizzando con il tono della voce la prima opzione. Ecco perché si intesta sempre il merito di aver costretto con la sua lista civica al 10% nel 2013 l'ex sindaco Ignazio Marino a essere defenestrato dal suo stesso partito, il Pd. Le denunce sulla malagestione, sulle affittopoli del Comune, sulle collusioni con Mafia Capitale lo hanno portato alla ribalta e lo rivendica. Non senza un po' di sana ironia nei confronti dei competitor. «Nessuno si ricorda una proposta di Meloni, di Giachetti o della Raggi», ha affermato qualche giorno fa.
Marchini, invece, un programma ce l'ha già per affrontare qualsiasi problema, piccolo o grande.
«Bisogna fare in modo che non ci siano 300 milioni di euro di evasione nel trasporto pubblico», ha dichiarato. La soluzione? Imitare la metropolitana di New York elevando l'altezza dei tornelli in modo che siano impossibili da scavalcare. «E la gente paga il biglietto», conclude sorridendo. Proprio come il Cav.
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