Sfida Salvini-Meloni Via la raccolta firme sul presidenzialismo

Proposte parallele di Lega e Fdi Matteo mette la Raggi nel mirino

Sfida Salvini-Meloni Via la raccolta firme sul presidenzialismo

Uno sguardo al Campidoglio e un altro al Quirinale: nessuno dei due è neutrale. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, nella sua manifestazione a Roma in piazza san Giovanni il 19 ottobre presenterà due raccolte di firme: una per sfiduciare il sindaco di Roma, Virginia Raggi, e l'altra per eleggere direttamente il presidente della Repubblica. Sono le due principali iniziative politiche con le quali l'ex vicepremier ha già deciso di caratterizzare la mobilitazione romana, prima prova di popolo dopo Pontida, quando l'emotività della caduta del governo era ancora rovente.

La questione presidenzialismo ha anche, anzi soprattutto, un aspetto istituzionale, condiviso con Fratelli d'Italia e con Forza Italia, che da sempre sostiene l'elezione a suffragio universale del capo dello Stato. E ieri pomeriggio Salvini, in compagnia del senatore Roberto Calderoli, ha presentato in Corte di Cassazione un disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare che prevede proprio l'elezione a suffragio universale diretto del presidente della Repubblica. A questo si è aggiunta la richiesta di abolizione dei senatori a vita nominati dal presidente della Repubblica, già ridotti a un massimo di cinque in totale (e non per ogni singolo presidente) dalla riforma sul taglio dei parlamentari appena approvata dal Parlamento. Anche Fdi ha presentato in Cassazione, tra le altre, due proposte di legge di iniziativa popolare sull'elezione diretta del Capo dello Stato e l'abolizione dei senatori a vita di nomina presidenziale, già depositate dalla stessa FdI anche alla Camera e al Senato.

In più la Lega ha presentato un disegno di legge di modifica della legge elettorale, che elimina la quota maggioritaria, trasformando il sistema in un uninominale puro. «Pensiamo a una legge elettorale seria, moderna, trasparente, in modo che chi prende un voto in più governa, cancellando gli inciuci che poi partoriscono i governi Pd-5stelle» il commento a caldo di Salvini. È soprattuttoo questo l'elemento su cui il centrodestra non si trova d'accordo: non sulla governabilità, che tutti i partiti intenderebbero affidare a un premio di maggioranza, quanto sull'uninominale puro che, secondo gli altri partiti della coalizione, non avrebbe dato ottime prove di sé nei Paesi in cui è storicamente usato.

La leader di Fdi, Giorgia Meloni, ricorda i tempi passati e le difficoltà sotto il primo governo Conte: «Noi avevamo portato in aula queste proposte ma la maggioranza gialloverde ci ha votato contro. La Lega mi ha bocciato sia il presidenzialismo che il taglio dei parlamentari. Sono contenta che le cose siano cambiate».

Meloni è molto decisa sull'abolizione dei senatori a vita, anche se il tetto massimo è già stato abbassato a cinque: «L'abolizione dell'istituto ottocentesco dei senatori a vita è ancora più necessario dopo il taglio dei parlamentari perché ci troveremo con 5 senatori nominati che avranno un'incidenza molto maggiore nell'elezione del presidente della Repubblica».

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