Gli sfoghi privati dei grillini. "Beppe? Una brutta grana"

I big impegnati nelle trattative sul Colle scelgono il silenzio. "Un garante così debole non ci aiuta"

Gli sfoghi privati dei grillini. "Beppe? Una brutta grana"

Proprio mentre la politica si interrogava sul suo silenzio a proposito della partita del Quirinale, con il M5s che un po' aspettava e un po' temeva una sua mossa per l'elezione di Mario Draghi, è arrivata la notizia di un'indagine a carico di Beppe Grillo da parte della Procura di Milano. L'accusa è di «traffico di influenze illecite», la vicenda è quella dei rapporti tra la società di Grillo, la Casaleggio Associati e la compagnia di navigazione Moby dell'armatore napoletano Vincenzo Onorato. A pochi giorni dal via libera della Camera alla legge, fortemente voluta dai grillini, sulla regolamentazione delle attività di lobbying, è inevitabile l'imbarazzo tra le fila del partito fondato dal comico genovese. I big sono impegnati nelle trattative per l'elezione del presidente della Repubblica e - fino al momento in cui scriviamo - tacciono. La tensione è molto alta. «È una brutta grana, non ci voleva», è l'unico commento dei vertici del Movimento consegnato all'Adnkronos. Deputati e senatori preferiscono sfuggire a tutte le domande. Anche i capi degli altri partiti, fino a questo momento, scelgono di non cavalcare la vicenda giudiziaria in un passaggio politico così delicato. Parla Francesco Silvestri, deputato Cinque Stelle primo firmatario della legge sulle lobby, cerca di ridimensionare la vicenda. «Si tratta di una questione molto differente, Grillo non è un decisore pubblico, non c'entra con la nostra legge», risponde Silvestri. Che commenta sul tempismo dell'inchiesta, arrivata proprio a ridosso dei giorni decisivi per il Colle: «Sono questioni completamente diverse dal Quirinale. Non c'è nessuna difficoltà e nessun imbarazzo, personalmente».

Secondo le accuse dei pm milanesi, Grillo avrebbe «veicolato a esponenti politici» del M5s alcune presunte richieste di Onorato. Due deputati pentastellati in Commissione Trasporti, Mirella Liuzzi e Bernardo Marino, smentiscono ogni ipotesi di pressione. «Come tutti ho letto la notizia, ma non ho ancora avuto modo di approfondire - dice Liuzzi - noi in Commissione trasporti su questo tema abbiamo sempre adottato una linea dura, quando c'era da essere critici nei confronti dell'azione di Moby, lo siamo stati. Con Grillo non abbiamo mai parlato di emendamenti e da lui non è arrivata nessuna richiesta». Marino si dice «interdetto, basito». Poi precisa: «Sono titolare di una proposta di legge per la continuità territoriale da e per la Sardegna, fatta apposta per evitare che Onorato avesse il monopolio su quelle rotte». Infine la conclusione: «Ho sempre proceduto in completa autonomia. Spero ci siano chiarimenti al più presto». Dichiarazioni a parte, nel Movimento l'umore non è dei migliori. Chi è vicino al Garante spiega che un «Beppe così debole in questo momento non ci fa gioco».

Tutti coloro che speravano che, come accaduto diverse volte negli ultimi anni, Grillo togliesse le castagne dal fuoco all'ultimo minuto e appianasse le divergenze con un intervento a gamba tesa, sono ancora più spaesati. Insomma, stavolta Conte dovrà fare da solo.

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