Afghanistan in fiamme

Sforzo Ue per scongiurare la crisi migratoria. Il governo chiede maggiore collaborazione

L'Europa propone una presenza congiunta a Kabul. Asse Draghi-Macron

Sforzo Ue per scongiurare la crisi migratoria. Il governo chiede maggiore collaborazione

Sulla gestione dei profughi afghani si apre per l'Europa una partita importante. L'Ue sta lavorando per trovare soluzioni concrete al problema afghano, anche perché si rischia una nuova crisi migratoria, provando a bloccare eventuali flussi e proponendo «una presenza congiunta a Kabul, se le condizioni di sicurezza lo consentiranno», come detto dall'Alto rappresentante Josep Borrell nel corso dell'incontro dei ministri della Difesa e degli Esteri tenutosi in Slovenia. Ma sul fronte «profughi» si è ancora indietro. Per questo l'Italia pungola gli altri Stati sul tema, cercando di far smuovere il resto del continente. L'incontro del premier Mario Draghi con il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron lo dimostra.

Il nostro Paese si sta impegnando molto con programmi di inserimento ad hoc in tutte le regioni italiane dei 5mila arrivati da Kabul. Mentre in Polonia due bambini giunti lo scorso 23 agosto dall'Afghanistan sono morti dopo aver mangiato funghi velenosi in un centro dedicato.

Sul tavolo delle trattative c'è la richiesta di una maggior collaborazione con Paesi quali Austria, Danimarca e Repubblica Ceca, che hanno rifiutato l'accoglienza degli afghani (e a tal proposito il commento di Draghi è stato chiaro: «Mi chiedo come si possa dire, noi non volgiamo i rifugiati. Ma come si fa?»), ma poco ancora si muove.

D'altronde, il presidente del Consiglio non ha nascosto il suo pensiero: «La fuga e il salvataggio degli afghani ha ancora un volta dimostrato la povertà dell'Ue per quanto riguarda la gestione delle migrazioni. L'Unione è stata indubbiamente assente su certi piani perché non organizzata, benché dal punto di vista umanitario abbia fatto molto».

L'eurodeputata leghista Susanna Ceccardi lo sottolinea: «La credibilità internazionale di Draghi è molto forte, a differenza di quella di Macron, che vacilla. C'è da dire che sulla Francia, sulla crisi afghana, non c'è molto su cui fare conto, visti gli errori del passato, Libia in primis. In politica estera Francia e Italia hanno interessi contrapposti e spesso in conflitto. L'importante - prosegue - è che la linea prevalente in Europa sia quella del buon senso: sì a corridoi umanitari in sicurezza e no ad accoglienza indiscriminata. L'Italia con Draghi può avere un ruolo centrale in questa direzione, contribuendo anche a rimettere l'Europa al centro del mondo».

La politica italiana si sta muovendo su più fronti, con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini che è volato negli Usa dove ha incontrato il capo del Pentagono Lloyd Austin e dove ha chiarito: «L'Europa deve essere all'altezza dei suoi valori e fare la propria parte». Ma anche con la politica estera di Luigi Di Maio in questi giorni in missione in Qatar, Uzbekistan, Tagikistan e Pakistan che ha sottolineato la necessità di un sostegno ai Paesi confinanti con l'Afghanistan proprio affinché non vi sia poi un'ondata migratoria verso l'Europa. E anche il leghista Matteo Salvini ieri ha incontrato gli ambasciatori e i rappresentanti di alcuni Paesi dell'Unione Europea per discutere della situazione afghana.

L'Ue, però, continua a esitare, dimostrando nuovamente poca unità, di non volere ascoltare l'Italia e la scarsa volontà di trovare soluzioni concrete.

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