"Shaw era razzista. Via il suo nome dalla scuola d'arte"

George Bernard Shaw sarà contento. Gli alunni della Royal academy of dramatic arts di Londra vogliono bandire il suo nome dalla scuola, di cui è stato uno dei primi membri

"Shaw era razzista. Via il suo nome dalla scuola d'arte"

George Bernard Shaw sarà contento. Gli alunni della Royal academy of dramatic arts di Londra vogliono bandire il suo nome dalla scuola, di cui è stato uno dei primi membri. A dirla tutta, il drammaturgo inglese che per primo ha vinto sia il premio Nobel sia il premio Oscar per My fair lady, l'adattamento cinematografico di Pygmalion, aveva deciso di destinare alla Rada un terzo delle royalties delle sue opere (nel 2019 pari a 78mila sterline). Adesso che il ricavato del copyright è finito, la Rada si sveglia e dice che Shaw era un razzista. Anzi, era una figura che «ha abbracciato ideologie razziste» e l'eugenetica. Tutta colpa dell'innamoramento di Shaw per Benito Mussolini («un indispensabile e adorato tiranno») e per un fascismo considerato «efficace» perché, come scrisse Shaw in pieno Ventennio «durante il mio soggiorno in Italia mi sono convinto che il popolo è tanto stanco dell'indisciplina e della vacuità parlamentare».

Siamo alle solite. Si legge la storia con gli occhi della contemporaneità. Anche la Commissione Ue, a detta del Guardian, vuole promuovere una politica anti razzista riscrivendo se serve alcune norme dei 27 Paesi Ue. Se ne parlerà a Bruxelles mercoledì. La moda del Black lives matters rischia di travolgere l'immenso drammaturgo irlandese e tutta la sua opera, e chissà che cosa ne penseranno gli storici tra 50 anni di questa folle deriva. La cosa divertente, soprattutto per Shaw, è che i suoi ormai «ex» colleghi della Rada hanno deciso di fare la guerra anche received pronunciation, vale a dire alla pronuncia standard. Quella della Bbc o della Regina, per intenderci. Secondo gli allievi della Rada bisogna incoraggiare gli studenti di arte a usare il proprio accento, soprattutto quando interpretano personaggi legati ai reali d'Inghilterra, e di sganciare l'accento (e quindi la capacità di parlare come la Regina o come i giornalisti della Bbc) dal proprio curriculum.

È strano, ma proprio Shaw si rese protagonista di una battaglia sull'ortografia e la pronuncia, tanto che si dice una volta andò in un albergo a registrarsi come «Mr Fish», e corresse l'incauto

concierge, pretendendo che Fish fosse scritto Ghus: «Gh si legge f come nella parola enough, u si legge i come nella parola busy, s si legge sc come nella parola sure». Oggi avrebbe detto «si scrive antirazzismo, si legge follia».

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