
Mozione respinta. Come prevedibile l'Europarlamento ha bocciato la sfiducia sul Pfizergate al presidente della Commissione Ursula von der Leyen con 360 voti contrari, 175 sì, 18 astenuti e, alla prova dei fatti, la maggioranza Ursula ha perso 10 voti rispetto a quando si insediò lo scorso anno. Colpisce la frammentazione dei partiti italiani che vanno in ordine sparso. L'unico ad aver votato in modo unitario contro la sfiducia è Forza Italia che ha seguito l'indicazione del proprio Gruppo europeo, il Ppe. La delegazione di Fratelli d'Italia ha invece deciso di non partecipare al voto mentre la Lega ha votato a favore della mozione di sfiducia. Si spacca la delegazione del Pd con soli 14 eurodeputati contrari alla mozione di censura, situazione caotica anche nel gruppo The Left con Avs che non si è presentata per evitare di votare insieme alla destra di Patriots mentre il M5S ha dato parere favorevole alla sfiducia. Come spiega a Il Giornale il capogruppo di Ecr Nicola Procaccini: "La motivazione per cui non abbiamo votato la sfiducia è che si trattava di una mozione velleitaria come ha dimostrato il risultato senza possibilità di raggiungere l'obiettivo. Inoltre era rivolta non solo contro la von der Leyen ma contro l'intera Commissione compreso Raffaele Fitto che sta facendo un ottimo lavoro e non vediamo perché debba smetterlo di farlo".
FI con il capogruppo al parlamento Ue Fulvio Martuscello rivendica il sostegno alla commissione: "Quello di oggi non era un voto sulla Commissione von der Leyen, ma sull'appartenenza all'Europa" mentre il capo delegazione della Lega Paolo Borchia spiega le ragioni del sì alla sfiducia: "Abbiamo avuto il coraggio di opporsi a chi rappresenta il fallimento di un'Europa sempre più ideologica e distante dalla realtà".
Infine dal voto di ieri emerge un paradosso: sebbene la mozione di censura sia arrivata da destra su iniziativa del deputato rumeno di
Aur Gheorghe Piperea, le famiglie politiche della maggioranza più scontente per l'andamento della commissione sono i socialisti e i liberal di Reniew che accusano la Von der Leyen di essersi troppo schiacciata verso destra.