Si gioca in Campania la sfida tra Di Maio e Conte

Se a Roma Giuseppe Conte fa traballare l'alleanza giallorossa, in provincia di Napoli è Luigi Di Maio a rendersi affidabile agli occhi del Pd

Si gioca in Campania la sfida tra Di Maio e Conte

Ora la sfida interna al M5S tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio si consuma in Campania. Il ministro degli Esteri, nella sua terra d'origine, si sta dimostrando più abile dell'ex premier nel chiudere intese col Pd in vista delle prossime amministrative di giugno.

In provincia di Napoli, infatti, si vota in vari comuni molto importanti. Se il capoluogo campano è considerato un feudo del presidente della Camera, Roberto Fico, la provincia è storicamente più vicina al titolare della Farnesina, natìo di Pomigliano d'Arco. Di Maio, nelle ultime settimane, ha battuto molto spesso quei comuni che andranno presto alle urne e, stando a quanto scrive Il Domani, ha incrociato spesso il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, padre di Piero, deputato Pd appartenente alla corrente di Base riformista, quella degli ex renziani guidata da Lorenzo Guerini. E Di Maio ha un ottimo rapporto proprio col ministro della Difesa, mentre i contiani sono ostili nei confronti di chiunque mostri simpatia o vicinanza con Renzi o con gli ex renziani. "Occorre rispetto anche da parte dei renziani nel Pd", ha detto qualche settimana fa Michele Gubitosa, fedelissimo di Conte. L'attuale leader del M5S, infatti, piuttosto che rappacificarsi con i renziani preferisce strizzare l'occhio alla sinistra pacifista.

Entrando nel dettaglio delle alleanze si scopre che ad Accerra e Nola è stato possibile dare vita a un'alleanza giallorossa, mentre a Portici la situazione è più complessa. Qui si ripresenta il sindaco uscente Enzo Cuomo, già senatore del Pd che cinque anni fa si dimise da deputato solo dopo aver raggiunto la certezza di ottenere la pensione da parlamentare. Cuomo, quindi, non è ben visto dai Cinquestelle eppure lo scorso 7 maggio Di Maio ha partecipato di buon grado a un evento su "Welfare locale e accoglienza nella cooperazione internazionale". Evento al quale era presente anche il sindaco di Portici e ciò ha scatenato le ire dei pentastellati locali. "Abbiamo deciso di non raggiungere il ministro in comune, da cui attualmente non ci sentiamo rappresentati, vista anche la nota vicenda durante le elezioni del presidente della Repubblica che ha portato alle sue dimissioni da ogni incarico politico all'interno del Movimento 5 stelle", si legge in una nota diffusa dai consiglieri in quei giorni.

In pratica, secondo il quotidiano diretto da Stefano Feltri, Di Maio sta giocando la sua partita in totale autonomia e non quella del M5S. A Pozzuoli, il "campo largo" col Pd è svanito dopo l'indagine che ha coinvolto il sindaco Pd uscente, Vincenzo Figliolia, e il dirigente, Nicola Oddati, che si è dimesso da tutti gli incarichi nazionali. Lì i Cinquestelle avrebbero dovuto sostenere il candidato dem Paolo Ismeno, ma Giuseppe Conte in persona ha spiegato che per motivi di legalità "ci sono alcuni comuni in cui non è possibile andare insieme" al Pd. Qui, alla fine, il Pd non presenterà la sua lista, mentre il Movimento ha candidato il consigliere uscente Antonio Caso. A Sant' Antimo, il consigliere pentastellato uscente Arcangelo Cappuccio, che aveva già guidato il Comune per ben due volte, ha ritirato la propria candidatura il 7 maggio scorso dopo che non aveva ricevuto conferme da Roma. "La mia persona scaricata dai Cinque stelle napoletani dopo aver diffuso un comunicato stampa per la mia candidatura. Hanno illuso i militanti locali con la mia candidatura per poi buttarla via per un patto di desistenza col Pd napoletano sui comuni al voto. Tutto orchestrato però con tattiche di raggiro", ha spiegato Cappuccio su Facebook.

Se, dunque, a Roma Conte fa di tutto per far traballare l'intesa col Pd, Di Maio a casa sua cerca di salvare il salvabile e rendersi agli occhi dei dem come la figura più affidabile per la nascente coalizione giallorossa.

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