Coronavirus

"Si riapre, ma il pericolo c'è". La Merkel striglia i tedeschi

Sanificazioni e installazioni dei divisori nei negozi Virus, frecciata a Pechino: "Trasparenti sull'origine"

"Si riapre, ma il pericolo c'è". La Merkel striglia i tedeschi

In Germania fervono i preparativi per la riapertura. Disinfettare le aule scolastiche e installare divisori in plexiglas per separare clienti e negozianti sono le attività che impegnano i tedeschi nella settimana subito precedente al graduale cammino verso la normalità. A scuola non torneranno gli studenti di ogni ordine e grado ma solo quelli che a giugno terminano un ciclo di studi: i bambini del sesto e ultimo anno delle elementari, e i ragazzi del terzo e del quinto anno delle superiori. Tutti gli altri restano a casa con mamma o papà, sempre che i genitori non lavorino in un esercizio commerciale sotto gli 800 metri quadri, e perciò soggetto alla riapertura.

Se negli ultimi due mesi tutti gli interventi chirurgici non urgenti sono stati rimandati, da quando il governo ha pronunciato la parola «allentamento» del lockdown, anche gli ospedali hanno ricominciato a chiamare le famiglie per fissare nuovi appuntamenti in sostituzione di quelli saltati. Tanto fervore però non piace a tutti. Angela Merkel è la prima ad andarci con i piedi di piombo. Ritornata di prepotenza a essere la personalità politica più amata in Germania, la cancelliera sente il peso della responsabilità di governo e non vuole fare passi falsi: «Neanche per un secondo possiamo permetterci di sviluppare un falso senso di sicurezza», ha dichiarato la leader tedesca a chiusura di una riunione del gabinetto di crisi sul coronavirus. E rivolgendosi a chi associa la riapertura dei negozi alla fine dell'emergenza, ha aggiunto: «Siamo solo all'inizio; e non siamo affatto fuori pericolo». Parole indirizzate anche ai premier dei 16 Länder federati fra i quali i suoi colleghi di partito Armin Laschet (Nord Reno-Vesftalia) e Markus Söder (Baviera) che, a sorpresa, si sono messi a discutere con la popolare Bild della possibilità di far ripartire il campionato di Bundesliga a porte chiuse; un'ipotesi che soli pochi giorni fa la conferenza Stato-Länder non aveva neppure preso in considerazione.

Secondo l'agenzia Dpa, nel corso di una video conferenza con alti dirigenti del proprio partito (la Cdu), una cancelliera piuttosto irritata avrebbe criticato duramente «le orge di discussioni» a livello locale su cosa e come riaprire. Visto che c'era, Merkel ha strigliato anche Pechino. «Penso che quanto più trasparente la Cina sarà per quanto riguarda l'origine di questo virus, tanto meglio sarà per tutto il mondo«. Una presa di posizione forte sulla scena internazionale che mostra allo stesso tempo la capacità della cancelliera di sapersi ancora sintonizzare sui propri elettori: solo due giorni fa il direttore della Bild aveva risposto con durezza a una lettera dell'ambasciata della Cina a Berlino, accusando, fra l'altro, il regime comunista di essere molto opaco sul coronavirus.

Quanto alla cautela nell'affrontare la nuova fase di allentamento in Germania, anche la scienza è dalla parte di Angela Merkel. Lo ha confermato Christian Drosten, primario di Virologia dell'ospedale universitario della Charité di Berlino, ormai volto noto dei media tedeschi. Se con negozi e scuole riaperte il parametro R0 dovesse tornare al di sopra di 1 - cioè una persona malata infetta più di un'altra persona sana - l'attività epidemica potrebbe ricominciare con una forza inaspettata, ha detto il virologo.

Drosten si è anche detto preoccupato per gli over 65 e ha svelato che un modello epidemiologico ha evidenziato come i malati di coronavirus siano più contagiosi il giorno prima dell'inizio dei sintomi.

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