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Si sono abbracciati e uccisi nel deserto Quando l'amore batte la paura della morte

La disperata scelta dei due fidanzati per evitare l'agonia di sete e fame

Si sono abbracciati e uccisi nel deserto Quando l'amore batte la paura della morte

Quando l'amore ha il sapore definitivo della morte. Non per gelosia né per voglia di vendetta, ma forte di quella gelida lucidità di chi vuole risparmiare agonie all'amata. È un epilogo amaro quello della storia fra Rachel Nguyen, 20 anni, e Joseph Orbeso, 22 anni. I loro corpi sono stati ritrovati nel Joshua Tree National Park, in California, dove si erano persi tre mesi fa. Erano abbracciati, sotto un albero. Dalla ricostruzione degli investigatori, lui, guardia di sicurezza, ha sparato alla fidanzata con il fucile che aveva portato appositamente per proteggerla. Poi si è tolto la vita. I due hanno preferito una morte violenta ma immediata anziché lenta e dolorosa per la mancanza di acqua e cibo. Nel loro zaino non avevano più scorte. Completamente smarriti e senza mezzi per chiedere aiuto, hanno vagato finché non hanno più avuto energie. Infine, distrutti dai 38 gradi del deserto di fine luglio, hanno cercato riparo sotto un albero coprendosi le gambe con i vestiti per proteggersi in qualche modo dal sole cocente. E, uno nelle braccia dell'altro, si sono detti addio. Coraggiosi e disperati. Le ricerche per trovarli sono state estenuanti: più di 250 soccorritori, tra cui squadre di cani ed elicotteri, più di dieci persone rimaste ferite e altre rientrate alla base a causa della disidratazione. Purtroppo il lieto fine non c'è stato. Del resto, i soccorritori avevano perso le speranze già dopo la prima settimana. E pensare che quella gita finita in tragedia era il regalo di compleanno che Joseph aveva organizzato per Rachel. Era il modo per condividere un'esperienza unica e battezzare i suoi 20 anni, augurandogliene chissà quanti altri assieme a lui. Invece. Quella dei due giovani fidanzati non è l'unica storia di amore e morte che recentemente ha impietrito l'America. Anche Hayden Kenned, 27 anni, e Inge Perkins, 23, coppia di alpinisti esperti, hanno vissuto un'autentica tragedia. E nemmeno per loro c'è stato nessun biglietto di addio, nulla di nulla. Solo un foglietto in cui lui indicava le coordinate per ripescare tra la neve il corpo dell'amata. I ragazzi avevano voluto battezzare la prima neve di stagione all'Imp Peak, in Montana e si erano avventurati per le salite con le pelli sotto gli sci. A tremila metri sono stati travolti da una valanga. Hayden è sopravvissuto. Ha scavato con tutte le sue forze per cercare Inge ma non è riuscito a salvarla. Disperato e inerme è tornato a casa e si è ucciso. Come a dire: «Sono sopravvissuto a una valanga, non posso sopravvivere alla morte della mia fidanzata». «Prima di uccidersi - hanno spiegato poi i soccorritori della Guardia forestale - ha lasciato tutti i dettagli e le spiegazioni sul sentiero da seguire, non voleva correre il rischio che l'amata rimanesse sepolta. Quando siamo arrivati, abbiamo trovato anche una pala ficcata nella neve per indicare la posizione».

Hayden si era trasferito in Montana dal Colorado, dalle montagne alle montagne, per vivere con Inge che stava per laurearsi in matematica. Insieme coltivavano progetti e una passione immensa per la montagna. Che purtroppo ha fatto da cornice anche al loro addio mai detto.

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