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"Siamo soddisfatti, restiamo fondamentali"

Il capogruppo alla Camera: "L’audio? Frasi ironiche pure sulla vodka"

"Siamo soddisfatti, restiamo fondamentali"

«Siamo soddisfatti. Credo che si sia trattato del primo caso della nostra storia repubblicana in cui sarebbe stato utile avere tempistiche costituzionali più rapide. Ne abbiamo lette e sentite tante in questi giorni sulle fisiologiche tensioni politiche, ma poi fortunatamente ci sono i fatti a spazzare via le chiacchiere e a fare giustizia».

Onorevole Alessandro Cattaneo, soddisfatti del governo Meloni?

«Certamente. Siamo soddisfatti del risultato. C’è innanzitutto un tema di unità e tempestività, fattori che ci hanno consentito di svolgere le consultazioni e formare un governo in tempi record. Si tratta di un primo segnale di responsabilità verso gli elettori, il modo per far capire che non ci interessano le beghe di palazzo e vogliamo concentrarci sul Paese reale. Un risultato per il quale dobbiamo ringraziare la responsabilità e la generosità di Silvio Berlusconi».

Sosterrete lealmente l’esecutivo?

«Certo. Al capo dello Stato abbiamo indicato Giorgia Meloni come candidato premier, come era ovvio e giusto. Siamo orgogliosi del nostro contributo al primo governo italiano guidato da una donna. Lo sosterremo avendo presente la nostra identità di forza liberale che vuole stare accanto al sistema produttivo e a quelle famiglie fragili, preoccupate di non poter pagare le bollette».

Forza Italia però nei giorni scorsi si sarebbe lamentata per una rappresentanza ministeriale non all’altezza.

«Alla prova dei fatti Forza Italia ha ottenuto caselle centrali e interconnesse all’interno di un disegno complessivo coerente. Abbiamo ottenuto il vicepremier, una figura che ha un valore politico e simbolico importante. Il ministero degli Esteri con Antonio Tajani, uno dei più importanti nelle gerarchie costituzionali. Alla Transizione Ecologica con Pichetto Fratin potremo seguire l’emergenza bollette. E poi il ministero dell’Università con Anna Maria Bernini che avrà un ruolo importante anche nella ricerca di quell’innovazione necessaria a rendere le rinnovabili sempre più efficienti. Senza dimenticare la soddisfazione per avere avuto il ministro delle Riforme per Elisabetta Alberti Casellati visto che sul tavolo c’è il tema del presidenzialismo, legato alla storia del centrodestra e la Pubblica Amministrazione con Paolo Zangrillo, un ministero che tocca tante corde fondamentali per il Paese».

Qual è la stata la chiave per superare le tensioni?

«La necessità e l’urgenza di occuparci dei veri problemi degli italiani che da sempre rappresenta la stella polare dell’impegno in politica di Silvio Berlusconi». Il governo dovrà completarsi con i viceministri e i sottosegretari. Quali sono le richieste di Forza Italia? «Vogliamo essere messi nelle condizioni di offrire il nostro contributo al meglio. Siamo interessati soprattutto alle materie economiche e alle infrastrutture, un settore che si lega alla storia di Forza Italia come motore liberale del Paese. Così come rivendichiamo un ruolo centrale nella giustizia perché ci sono riforme non più rinviabili e vogliamo che il nostro retaggio garantista e riformista sia adeguatamente rappresentato».

Il Parlamento riuscirà ad avere un ruolo forte in questa legislatura?

«Una delle fragilità della stagione politica appena conclusa è stata la scarsa centralità data al Parlamento. Insieme alla collega Ronzulli ci faremo promotori di una triangolazione positiva tra Gruppo, governo e partito. Sarà importante organizzare incontri di coordinamento per rendere la nostra azione sempre più efficace, nel rispetto dei nostri valori di riferimento». Forza Italia avrà la forza di far sentire la propria voce? «Forza Italia darà un contributo di qualità, non solo quantitativo. Avremo degli ottimi ministri, autorevoli e, come parlamentari, noi deputati e i colleghi senatori, saremo di pungolo e stimolo al governo. Sono certo che, come ci ha chiesto di fare il Presidente Berlusconi, sapremo essere ancora una volta il gruppo più impegnato e più laborioso del Parlamento, sapremo indicare la rotta a un esecutivo che finalmente, dopo così tanti anni, torna ad essere di centrodestra».

Cosa resterà del governo Draghi?

«Dell’esperienza del governo Draghi vorremmo replicare il rispetto degli avversari, un rispetto che, però, non abbiamo sempre visto in questi primi giorni di legislatura. A questo proposito ho trovato molto elegante, da vero statista, la decisione del Presidente Berlusconi di chiamare il Presidente del consiglio uscente per manifestargli apprezzamento e ringraziarlo del lavoro svolto».

Nei giorni scorsi, l’audio rubato di Berlusconi alla riunione del gruppo di Fi alla Camera, ha suscitato polemiche.

«Si tratta dell’ennesima polemica inutile fondata su un atto grave come quello di rubare una conversazione riservata tra parlamentari. Il Presidente, oltre alle varie cose serie e importanti di cui ci ha parlato, ci ha raccontato come sempre delle storie molto divertenti. Chi potrebbe mai definire “dolcissima” una lettera di un capo di Stato deciso e duro come Putin, se non con una totale e assoluta ironia?». E la vicenda delle 20 bottiglie di vodka e quelle di lambrusco sulle quali si sono spesi fiumi di inchiostro? «Ma per piacere! Quelle bottiglie non sono mai arrivate né spedite. Era una storia paradossale, una battuta divertente, che abbiamo tutti applaudito».

Cosa pensa allora Berlusconi della crisi dell’Europa con la Russia?

«Ce lo ha detto chiaramente. È deluso, e addirittura addolorato nel vedere che il rapporto dell’Europa con la Russia è tornato ad essere quello di prima del 2002. Oggi siamo tornate nella situazione della Guerra Fredda a cui lui aveva messo fine con il suo capolavoro diplomatico di Pratica di mare. La Federazione russa è tornata ad essere isolata e gli Stati della Nato si sono uniti contro di lei. Che peccato!».

Ma è vero che Berlusconi ha sempre pensato di far entrare la Russia nell’Unione Europea?

«Certamente. Il Presidente ha sempre ritenuto che solo con l’ingresso della Russia in Europa, e magari anche nella Nato, saremmo stati in grado di resistere ad un possibile attacco della Cina che, lo dichiara esplicitamente, persegue una politica di espansione globale. Intende cioè sottomettere il mondo sotto il profilo economico, politico e militare.

Nella situazione attuale se la Cina attaccasse un qualsiasi Paese europeo, non ci sarebbe nessuna possibilità di resisterle».

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