Coronavirus

"Sieri meno efficaci dopo i sei mesi". Serve la terza dose. E il governo frena su nuove restrizioni

L'Iss: protetti dai contagi al 50%. Ma per morti e ricoveri calo solo dell'82%. Per i No Vax il rischio è 7 volte più alto. L'uso del pass per ora non verrà sospeso.

"Sieri meno efficaci dopo i sei mesi". Serve la terza dose. E il governo frena su nuove restrizioni

Immuni con scadenza. Che la protezione garantita dal vaccino non fosse eterna è ormai chiaro. Ci ha salvato la ghirba per qualche mese, con buona pace della minoranza che bercia di dittatura sanitaria e blocca le città ogni sabato come l'Italia fosse roba sua. Ma tutto finisce. E un report dell'Istituto superiore di sanità si incarica di stabilire che cosa accade alle nostre difese immunitarie sei mesi dopo il completamento del ciclo vaccinale.

La notizia arriva nel giorno in cui fonti governative smentiscono nuove misure anti-Covid. Si va avanti sulla via tracciata con il Green pass, con le regole in base alle quali la sola provincia autonoma di Bolzano rischia la prossima settimana di finire in giallo. Segno che a Palazzo Chigi c'è una certa tranquillità. Anche se l'Iss segnala che «dopo i sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale si osserva una forte diminuzione dell'efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età»: dal 76 per cento al 50. Un mezzo crollo.

Attenzione però. Quando si passa a valutare l'efficacia dei vaccini nel proteggerci dalle conseguenze più serie del Covid, va molto meglio: il calo tra i vaccinati recenti e quelli di lungo corso scende di soli dieci punti, dal 92 all'82 per cento rispetto ai non vaccinati. Il numero di ospedalizzazioni nel mese di ottobre 2021 è stato di 664 tra i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi, di 487 tra coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale più di mezzo anno fa e di 439 tra i non vaccinati. Apparentemente un assist ai No Vax, ma va tenuto in conto il fatto che questi sono una netta minoranza (ancorché decisamente chiassosa). Così, se si «pesa» il tasso di ospedalizzazione sull'universo, il dato per i non vaccinati è di 184,1 per 100mila persone, sette volte più alto di quello per i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi (25,0) e sei volte superiore al dato per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi (31,5). Spostandoci sugli over 80, il tasso di ricovero in terapia intensiva è di 10,9 ogni 100mila abitanti per i non vaccinati, contro l'1,5 dei vaccinati «under 6 (mesi)» e l'1,4 degli «over 6». E sempre tra i più anziani, tra il 17 settembre e il 17 ottobre il tasso di decesso è stato di 64,1 ogni 100mila abitanti per i non vaccinati, di 6,2 per i vaccinati da meno di sei mesi e di 9,9 per i vaccinati da più di sei mesi.

Numeri da cui si ricavano due conclusioni: vaccino è bene, terza dose è meglio. Non a caso gli hub vaccinali hanno ripreso a lavorare a buon ritmo: ieri 204.695 somministrazioni (che portano il totale a 91.901.997), delle quali 18.772 prime dosi, 50.546 completamenti del ciclo vaccinale (ora il totale è di 45.378.098 persone immunizzate, pari all'84,02 per cento della popolazione over 12) e 135.427 terze dosi, per un totale di 2.834.663 italiani già con la tripletta tra dosi addizionali e «booster». Si allontana però sempre di più il traguardo del 90 per cento di persone con due dosi: al ritmo attuale ci vorrebbero 2 mesi e 17 giorni, ciò che porterebbe al 30 gennaio 2020. Ma certamente è una stima ottimistica.

Diamo ora un'occhiata anche ai dati del bollettino di ieri: i nuovi contagi sono 8.544, record per un sabato dall'8 maggio, quando furono 10.176 (e sono trascorsi più di sei mesi). Il tasso di positività ieri è stato dell'1,58 per cento, l'incidenza dei contagi negli ultimi sette giorni è stata di 83,65 casi ogni 100mila abitanti, in aumento del 42,45 per cento rispetto al 58,72 dei sette giorni prima. Le regioni messe peggio sono Alto Adige (372), Friuli-Venezia Giulia (255) e Veneto (127). I morti ieri sono stati 53, negli ultimi sette giorni 374, il 28,52 per cento in più rispetto ai 291 della settimana precedente. In lieve aumento i ricoveri: 4.050 quelli totali (sette giorni fa erano 3.

565, +13,60 per cento), 453 quelli in terapia intensiva (il 15,56 per cento in più rispetto ai 392 di sabato 6 novembre).

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