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Sindaci rossi in rivolta ​contro i tagli di Renzi

Sindaci in rivolta contro i tagli. Marino: "Misure insopportabili". E De Magistris: "Il governo è irresponsabile". Giovedì vertice con Fassino

Sindaci rossi in rivolta ​contro i tagli di Renzi

"L'Iva nel 2016 non aumenterà. Credo che annulleremo le clausole di salvaguardia già con le misure contenute nel Def. Ma non esiste nel modo più categorico che ci sia aumento delle tasse". Parola di Matteo Renzi. L'intervista al Messaggero con le solite promesse del premier è andata di traverso ai sindaci che da giorni sono sul piede di guerra contro i tagli imposti dal governo. A guidare la protesta è il successore di Renzi alla guida del Comune di Firenze, Dario Nardella. al suo fianco si sono schierati altri sindaci rossi, come Ignazio Marino e Luigi De Magistris. Giovedì prossimo, alla vigilia della stesura del Def che prevedere nuovi tagli e razionalizzazioni nel trasporto e nelle aziende per i rifiuti, incontreranno a Roma il presidente dell'Anci Piero Fassino per decidere come opporsi.

Mentre Renzi promette che la nuova manovra economica non porterà un aumento delle tasse, i sindaci sanno già che i tagli del governo li obbligheranno a inventarsi nuovi balzelli per continuare a garantire i servizi comunali. In cantiere ci sono, infatti, tagli per 2,2 miliardi di euro. Una buona fetta toccherà proprio a Firenze, Roma e Napoli. Se Nardella dovrà fare a meno di 26 milioni, Marino sarà obbligato a trovare la quadra con 87,2 milioni in meno. A De Magistris, infine, razionalizzeranno la bellezza di 65,8 milioni di euro. "I tagli ci porteranno a mettere le mani sulla pressione fiscale a livello metropolitano e territoriale - ha spiegato il sindaco che è anche coordinatore delle città metropolitane dell'Anci - non so come riusciremo a sopportare un taglio del 23%. Qualunque azienda con un taglio al budget di un quarto non sarebbe in grado di sopravvivere".

In una intervista a Repubblica, parlando di "misure insopportabili", Marino ha proposto al governo di "concordare insieme strade alternative per effettuare i tagli alla spesa pubblica". Gli 87 milioni di tagli previsti dal governo per il 2015 potrebbero lievitare fino a 175 milioni nel 2016 e a 262 milioni nel 2017. "Cinque volte superiori a quelli imposti a Milano, quattro volte quelli imposti a Torino - ha continuato il primo inquilino del Campidoglio - non voglio scatenare assurde guerre fra poveri, ma mi limito a segnalare un paradosso". "Finora siamo riusciti a risparmiare senza tagliare i servizi - ha aggiunto - ma in queste condizioni non è più possibile farlo. E se tagliamo servizi e mettiamo nuove tasse - ha concluso - siamo poi noi sindaci che dobbiamo andare a metterci la faccia di fronte ai cittadini". E, come contro misura, ha subito ventilato una tassa di 1 o 2 euro sui transiti aeroportuali.

Sul piede di guerra anche De Magistris che, sempre ai microfoni di Repubblica, ha parlato di "governo irresponsabile" e "manovre irragionevoli". "Hanno messo in bilancio un risparmio di un miliardo e ora per le incongruenze delle loro manovre finanziarie fanno pagare ai cittadini un prezzo troppo alto - ha continuato il sindaco di Napoli - questi tagli andranno a toccare un terzo del Paese". Il primo cittadino partenopeo ha, quindi, paragonato il governo a "sarti della finanza che fanno tagli irresponsabili".

"Dietro questa deriva sartoriale ci siano delle manine politiche che vogliono colpire aree strategiche del Paese - ha aggiunto - c'è una riforma appena nata, quella delle città metropolitane, e invece di mettere in campo ogni iniziativa per sostenere queste macro aree urbane - ha concluso - gli si spezzano le gambe sul nascere, per giunta con un criterio di distribuzione dei tagli assolutamente illogico".

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