La cronaca delle ultime settimane ci ha raccontato molti particolari della famigerata Mafia Capitale, ma non tutti. Alcuni sono stati omessi per malizia o distrazione dalle penne più graziose della stampa italiana, sempre pronte a intingersi nel veleno, allorché si tratti di descrivere le malefatte della destra, e stranamente prudenti se vi è il rischio di offendere la sinistra. Mai mettersi contro chi da anni detiene la cosiddetta egemonia culturale.
Nell'oscura vicenda di Roma, della quale ogni giorno si scopre qualche clamorosa schifezza (ieri si è saputo che i ladroni lucravano anche sugli sbarchi dei clandestini), spicca il nome di Gianni Alemanno, ex An poi passato col Pdl, cui praticamente sono state addossate le più grandi e peggiori responsabilità. Può darsi che sia vero e non escludiamo che, al termine dell'inchiesta, costui venga prescelto per ricoprire il ruolo del capro espiatorio. Ne ha le caratteristiche.
Tuttavia il sistema truffaldino, così come ora viene presentato, era talmente consolidato ed efficiente da far pensare con certezza che funzionasse da parecchi anni. E ciò impone una domanda: come mai nessuna delle varie amministrazioni succedutesi in Campidoglio si era mai accorta di affidare milioni e milioni a gente disonesta, la quale intascava denaro senza fornire i servizi per cui lo percepiva?
Finché non sarà data una risposta a questo interrogativo non avremo pace. Per un motivo. Non ci stupisce che i politici siano disattenti alla questione morale, per quanto affermino di essere candidi quali gigli; però ci pare impossibile che tanti gestori del Comune di Roma fossero stupidi al punto da non badare che convivevano sotto lo stesso tetto con farabutti patentati.
Il lettore converrà: è un mistero poco gaudioso. C'è poi un dettaglio su cui finora si è sorvolato. Dal 1976 ai nostri dì, sono stati ben dieci i primi cittadini dell'Urbe Eterna. Tra costoro, solamente uno, dicesi uno, di destra, ossia Alemanno. E gli altri? Elenchiamoli tutti, precisando il colore di ciascuno: 1) Argan, sinistra; 2) Petroselli, sinistra; 3) Vetere, sinistra; 4) Signorello, democristiano; 5) Giubilo, democristiano; 6) Carraro, socialista; 7) Rutelli, sinistra; 8) Veltroni, sinistra; 9) Alemanno, destra (conviene ribadire); 10) Marino, sinistra.
Noi evitiamo con cura di adombrare sospetti su persone sino a questo momento senza macchia. Però, davanti ai fatti sconvolgenti della Capitale, che procedevano da tempo e non all'insaputa di tutti, viene spontaneo chiedersi: nove santi e un malandrino solo, per puro caso di destra? Diciamo che tra i nove citati sindaci probi, almeno un paio di ciechi, ai quali i malviventi la facevano sotto gli occhi, dovevano pur esserci, altrimenti il bubbone sarebbe scoppiato prima.
Questo aspetto è meritevole di approfondimento, supponiamo.
E non comprendiamo perché, invece, sia stato trascurato. D'accordo, la supremazia culturale ha il suo peso; ma ce l'ha anche il bottino. Non potendo confidare nella libera stampa per le note ragioni, ci tocca sperare nell'obbligatorietà dell'azione penale.
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