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La sinistra all'assalto anche di Montanelli

Giù le mani da Indro Montanelli. Ognuno è libero di criticare e di prendere le distanze da scelte non condivisibili, ma da qui a cancellare la memoria di un grande del giornalismo che ha dato lustro a Milano e all'Italia ce ne passa

La sinistra all'assalto anche di Montanelli

Giù le mani da Indro Montanelli. Ognuno è libero di criticare e di prendere le distanze da scelte non condivisibili, ma da qui a cancellare la memoria di un grande del giornalismo che ha dato lustro a Milano e all'Italia ce ne passa. Eppure c'è chi, ubriaco di politically correct e pieno di livore iconoclasta, crede di potersi ergere a giudice della storia. Di chi parliamo? Dei Sentinelli di Milano, movimento autodefinitosi laico e antifascista, che hanno inviato una lettera al sindaco e al consiglio comunale del capoluogo lombardo. «A Milano ci sono un parco e una statua dedicati a Indro Montanelli, che fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di 12 anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l'aggressione del regime fascista all'Etiopia. Noi riteniamo che sia ora di dire basta a questa offesa alla città e ai suoi valori democratici e antirazzisti e richiamiamo l'intero consiglio a valutare l'ipotesi di rimozione della statua, per intitolare i Giardini Pubblici a qualcuno che sia più degno di rappresentare la storia e la memoria della nostra città», affermano i Sentinelli.

Una proposta immediatamente raccolta dal Partito Democratico locale. «Credo che la richiesta dei Sentinelli vada sicuramente discussa in consiglio ha detto Diana De Marchi, consigliere comunale del Pd -. Le motivazioni della richiesta di rimuovere la statua le riconosco come valide perché quella è stata una brutta pagina della nostra storia». Il suo collega di partito Alessandro Giungi l'ha subito seguito a ruota: «La questione messa in luce dai Sentinelli merita di essere discussa in consiglio comunale». I Cinque Stelle si sono accodati, come sempre, al Pd. «Quello che Montanelli ha fatto in Etiopia è raccapricciante ha affermato patrizia Bedori, consigliere grillina -. Sono assolutamente d'accordo nell'aprire un dibattito sull'opportunità di togliere la statua». A chiudere l'allegra brigata anti montanelliana si è aggiunto anche l'Arci che su Facebook ha lodato la proposta: «Ottima iniziativa de I Sentinelli di Milano che ci sentiamo di sottoscrivere». Immediate le repliche sull'altro fronte. Il primo a indignarsi è stato Matteo Salvini. «Giù le mani dal grande Indro Montanelli! Che vergogna la sinistra, viva la libertà», ha detto il leader della Lega.

Dal centrodestra è salito un coro unanime di disapprovazione. «Se si ritiene che Indro Montanelli, per un episodio sicuramente esecrabile, non debba meritare una statua e un giardino dedicato, allora il ragionamento valga per Pier Paolo Pasolini condannato in tribunale per pedofilia», ha ricordato Max Bastoni, consigliere comunale e regionale della Lega -. «Non mi pare che il Pd in questo caso abbia sollevato problemi di ordine morale né tantomeno i famigerati Sentinelli». «Riscrivere la storia di un secolo fa secondo gli schemi politically correct di oggi è bieco fondamentalismo - gli ha fatto eco il consigliere comunale di Fi Fabrizio De Pasquale -. Indro Montanelli è simbolo del giornalismo libero italiano».

Anche l'Associazione Partigiani ha preso le distanze dall'iniziativa. «La statua di Indro Montanelli deve essere lasciata lì dov'è», ha detto il presidente dell'Anpi milanese Roberto Cenati. «Bisogna ricordarsi una cosa che forse è stata dimenticata: nel 1977 Montanelli, giornalista dei più noti e più letti, è stato gambizzato dalla Brigate Rosse. Montanelli ha sbagliato e nessuno lo nega, lui stesso ha fatto retromarcia sulla questione ha sottolineato Cenati -. Queste polemiche non hanno senso.

Lo stesso vale per quanto avvenuto a Londra, dove hanno sfregiato la statua di Churchill dimenticando che senza quell'uomo oggi avremmo nazisti da tutte le parti».

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