
Prima l'ostruzionismo in Parlamento. Ora la piazza. La sinistra si «arma» e prova a far saltare il decreto sicurezza. Un provvedimento che dà più tutele alle forze dell'ordine, combatte le occupazioni abusive, aumenta le pene per le borseggiatrici e intensifica gli strumenti di lotta con il terrorismo internazionale. Oggi la Camera dei deputati inizia l'iter per l'approvazione del provvedimento: via libera atteso domani dopo il voto di fiducia. La maggioranza ha ritirato tutti gli emendamenti per dare la spinta finale all'approvazione. Schlein, Conte e Fratoianni si stanno già attrezzando per gridare al pericolo dittatura. Durante l'iter in commissione, la sinistra aveva presentato circa 2mila emendamenti per rallentare il percorso verso l'approvazione. Un ostruzionismo che fa a pugno con i numeri che parlano chiaro. Nel 2024 sono stati 260 gli agenti rimasti feriti durante cortei e manifestazioni. Si tratta di un dato in aumento del 195,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. L'ondata di mobilitazioni ha trasformato le forze dell'ordine in un bersaglio senza protezione. Ma anche il numero di stupri fa scattare l'allarme: si registra un picco nel 2024 (6.587) con un incremento del 6%.
I numeri però non fermano la protesta della sinistra che oggi in concomitanza con l'avvio dell'approvazione del provvedimento si ritroverà per un presidio di mobilitazione in piazza Barberini a Roma e fuori Montecitorio. Dalle ore 14 in poi, la rete nazionale, che riunisce tutte associazioni e partiti di sinistra ma anche attori e vip, si è data appuntamento a Roma per un primo assaggio in vista della mobilitazione più grande in programma a fine mese. Mentre i Cobas hanno organizzato un presidio fuori il Parlamento. «Vogliamo una marea umana che blocchi una legge che renderebbe impotenti le proteste, le lotte, gli scioperi», assicura Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas. Il cuore della protesta del Pd punta contro le norme del decreto sicurezza che inasprisce le pene per le manifestazioni che generano l'interruzione di un pubblico servizio. Parallelamente alle manifestazioni in piazza, nel Palazzo la sinistra non starà ferma. Barricate contro la legge si alzeranno probabilmente anche al Senato, punto di arrivo del decreto che va convertito entro il 10 giugno. «Continueremo a dare battaglia in Parlamento, chiediamo alla maggioranza di fermarsi perché sta operando la rottura dello Stato di diritto», annunciano Filiberto Zaratti e Devis Dori di Avs. E proprio oggi il deputato di Più Europa Riccardo Magi terrà una conferenza stampa con le associazioni per presentare il piano di guerra contro il decreto. «È un'iniziativa che vuole tenere alta l'attenzione pubblica e istituzionale sugli effetti discriminatori del decreto e sull'urgenza di un suo ritiro», spiega la nota di Magi.
Il centrodestra difende il decreto. Maurizio Gasparri di Forza Italia evidenzia come «grazie a una norma che è nel decreto già in vigore, sono stati fatti controlli più approfonditi che hanno consentito l'arresto di un fondamentalista che preparava un attentato in Lombardia».
«La sinistra opponendosi alla legge aiuta il terrorismo internazionale» attacca l'esponente azzurro. Resta, dunque, altissima la tensione sul provvedimento che, brandito soprattutto dalla Lega, da sedici mesi contrappone ferocemente maggioranza e opposizione.