
Attivisti, militanti e addirittura Comuni e Regioni hanno aderito ieri all'iniziativa «50mila sudari per Gaza» promossa da Tomaso Montanari e da altre personalità della sinistra per «rappresentare con un lenzuolo bianco le 50mila vittime nella Striscia di Gaza dall'inizio del conflitto in Medio Oriente».
Così, dalle finestre o dai balconi delle case e di alcune sedi istituzionali sono stati esposti drappi bianchi, bandiere della Pace o scritte «Stop the war».
Anche per evitare di essere accusate da un certo mondo pro Pal di non aver aderito all'iniziativa, varie amministrazioni si sono affrettate ad aderire, a partire dal Comune di Milano e dall'Università statale meneghina. Sulla facciata di Palazzo Marino è stato esposto simbolicamente un lenzuolo bianco e il Comune ha giustificato la decisione spiegando che «la città di Milano conferma la propria vocazione all'impegno civile e umanitario, coerente con i valori fondamentali della pace e della solidarietà con tutte le popolazioni colpite da conflitti e ingiustizie».
In realtà, come spiega il direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano Davide Romano, «il Palazzo del Comune non era disponibile per essere illuminato e ricordare i due bimbi israeliani rapiti e uccisi da Hamas, e ora che lo chiede qualcun altro...Voilà le regole si cambiano». Da qui l'affondo: «Con questa iniziativa registro che Sala non vuole più essere il sindaco di tutti, ma solo di una parte della città». Il sindaco Giuseppe Sala venerdì aveva difeso la scelta di aderire alla campagna affermando che «quello che sta facendo Netanyahu a Gaza è intollerabile e tutte le nostre coscienze si devono ribellare - aveva detto -. Ognuno deve fare la sua parte, noi cercheremo di fare la nostra». Eppure colpisce che Sala, così come altri sindaci, non abbiano dedicato la stessa attenzione alle vittime israeliane.
Non sono mancati incredibili scivoloni, come quello dell'assessora verde Elena Grandi, che ha parlato di «50mila morti innocenti», facendosi rispondere da Valerio Federico, già candidato del centrosinistra alle ultime elezioni politiche: «A parte che 50 mila è un dato fornito da Hamas, non proprio attendibile, ma scrivi innocenti, tra i morti ci sono anche i miliziani di Hamas. Innocenti?».
Il clima è tale per cui, a Milano, alla manifestazione nella centralissima piazza San Babila contro il riarmo, un manifestante, al termine dell'intervento dello storico Angelo D'Orsi che aveva lanciato la proposta di ricostituire «le brigate internazionali in difesa della Palestina», ha gridato addirittura: «Andiamo a bruciare il consolato di Israele».
In ogni caso, secondo gli organizzatori sono stati oltre 200 i Comuni italiani che hanno aderito all'iniziativa tra cui Bologna, Vicenza, Padova, Trento oltre a, immancabili, Arci e Anpi.
Anche la Regione Toscana ha aderito esponendo un lenzuolo per Gaza in piazza Duomo mentre il Pd Lombardia lo ha affisso a Palazzo Pirelli a Milano.
Intanto non si ferma la mobilitazione pro Gaza e i movimenti pacifisti hanno annunciato a Roma per il 21 giugno una grande manifestazione «per fermare Israele» e per dire «no al Rearm Ue», ma il tema della Palestina sarà anche ricordato al corteo nazionale a Roma contro il «Dl Sicurezza» del 31 maggio e
alla marcia da Marzabotto a Montesole, così come allo sciopero studentesco dei prossimi giorni. Sia mai che in queste iniziative si dedichi qualche parola alle vittime del 7 ottobre o agli ostaggi ancora alle mani di Hamas.
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