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La sinistra ossessionata dalle tasse tra paradisi fiscali e lotta all'evasione

Letta studia come tartassare di più: mugugni pure tra i suoi

La sinistra ossessionata dalle tasse tra paradisi fiscali e lotta all'evasione

C'è Enrico Letta che, da Barcellona, si scaglia contro i «paradisi fiscali europei»: «Abbiamo l'interesse che nella zona euro non ci sia una concorrenza fiscale basata sul dumping, dobbiamo mettere nella discussione politica la questione dei paradisi fiscali».

C'è la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra (ex Pd, ora Leu) che su Facebook accusa il Parlamento (e implicitamente l'esecutivo di cui fa parte) di essere «evasivi» sulla lotta all'elusione fiscale: «Il Pnrr elaborato dal governo prevede che la riduzione delle imposte sulle attività produttive sia un ambizioso obiettivo che richiede di proseguire con determinazione l'azione di contrasto all'evasione. Ma nelle proposte di sintesi di cui discute il Parlamento l'evasione è letteralmente desaparecida. Ma è l'unico modo per permettere di ridurre le imposte più importanti».

Tasse e lotta senza quartiere agli «ultrà liberisti», cui il governo Draghi spalancherebbe colpevolmente le porte, sembrano essere le bandiere grazie alle quali la sinistra cerca di darsi un'identità dentro una maggioranza in cui pare stare a tratti assai a disagio. Quello sollevato ieri da Letta al forum di Barcellona è un problema reale, che non alimenta solo il populismo dei Grillo e delle Meloni (che hanno entrambi lanciato, in queste settimane, appelli a Draghi sul tema), ma che è anche da tempo al centro dell'attenzione delle istituzioni europee. E sul quale è stato acquisito, proprio pochi giorni fa, un risultato importante con l'accordo in sede di G7 sulla minimum tax sui profitti di impresa. «Un grande passo avanti verso un accordo globale senza precedenti sulla riforma della tassazione delle imprese», ha sottolineato il commissario Ue Paolo Gentiloni. Un risultato importante dunque già è stato raggiunto, sul tema «paradisi fiscali».

Risale solo a pochi giorni fa un'altra polemica politica, innescata sempre dal segretario Pd e sempre su questioni fiscali, con la sua proposta di inasprire le tasse di successione per finanziare una «dote per i giovani». Proposta che non solo ha innescato una brusca risposta del premier Mario Draghi («Non ne abbiamo mai parlato, ma non è il momento di prendere soldi ai cittadini, è il momento di darli»), ma ha provocato anche molte critiche nello stesso Pd. «Una proposta sbagliata e non solo per quanto riguarda la copertura, che non sarebbe sufficiente», ha rilevato Enrico Morando, esponente dem e già viceministro dell'Economia. «Il socialismo non si fa ridistribuendo una piccola quota di capitale finanziario, ma creando opportunità per i giovani attraverso enormi investimenti nel campo della formazione e dell'istruzione».

Forse la sinistra, invece di dar la caccia ai presunti «liberisti», farebbe bene ad ascoltare di più i suoi liberal.

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