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La sinistra "rispolvera" la Kyenge: ora fa votare i positivi al Coronavirus

L'ex ministro per l'integrazione si è recato a casa degli elettori in quarantena e ha dato la disponibilità a vigilare sulla regolarità dei voti nei seggi volanti

La sinistra "rispolvera" la Kyenge: ora fa votare i positivi al Coronavirus

La sinistra non sa più cosa inventarsi e adesso rispolvera pure Cécile Kyenge. Il suo nome è comparso nell'elenco del gruppo di lavoro messo assieme dal comandante Albino Corradin: la polizia locale di Monselice ha avuto il compito di organizzare il servizio per garantire il diritto di voto a tutte quelle persone che sono state costrette a restare in quarantena a causa del Coronavirus e che pertanto non potevano assolutamente recarsi al seggio per esprimersi. L'ex ministro per l'integrazione, pur essendo residente fuori Regione, ha dato la piena disponibilità a essere arruolata come presidente nei seggi volanti e dunque a vigilare sulla regolarità delle operazioni dei voti espressi.

La procedura del voto a domicilio è stata chiara: gli scrutatori e il presidente dovevano salire al pianerottolo con tanto di schede, timbro, matita, tavolino pieghevole e due contenitori, uno dei quali aveva al suo interno i dispositivi di sicurezza (camice monouso, doppi guanti, doppia mascherina, visiera, calzari e cuffia per i capelli). Il tutto con l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale del caso. La donna di origine congolese, che è stata anche eurodeputata con il Partito democratico, ha risposto in piena pandemia al bando dell'Asl di Padova per medici che facessero assistenza a casa a pazienti con il Covid-19. Nella giornata di ieri ha pubblicato sul proprio profilo Twitter una sua foto con alcuni colleghi pronti ad andare dagli elettori contagiati.

L'unità speciale

Come sottolineato da Il Gazzettino, il lavoro messo in atto dagli agenti e dai volontari della protezione civile e della croce rossa italiana è stato davvero enorme. Ecco spiegato il motivo per cui sono state necessarie ben due settimane di preparazione per stilare il programma della prima giornata di voto: l'unità speciale ha dovuto studiare il territorio e gli indirizzi, raggiungendo ogni avente diritto al voto in quarantena. "I cittadini in quarantena che hanno chiesto di poter esercitare il diritto al voto sono circa 65, ma non essendo stato previsto un limite di tempo per avanzare la richiesta il numero continua a salire e a volte dobbiamo tornare sui nostri passi, riattraversando Comuni già visitati", ha fatto sapere Albino Corradin.

A rendere molto complessa l'operazione sono stati i tempi tecnici di vestizione, considerando che per ogni voto servivano tra i 35 e i 40 minuti a cui aggiungere pure i tempi di spostamento per andare da una casa all'altra, da un Comune all'altro. Il comandante della polizia locale di Monselice ha infine aggiunto che l'unità speciale è stata divisa in squadre nelle quali sono state arruolate pattuglie da tutta la Provincia: "Abbiamo attivato collegamenti radio per coordinarci.

Lo sforzo per organizzare tutte le pattuglie è stato notevole, persino prenderci una pausa per mangiare un panino ha richiesto una pianificazione particolare".

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