Politica

La sinistra sente la sconfitta e inventa le piaghe d'Egitto

Invasione di cavallette, zanzare (quelle ci sono già), mosche tropicali, pioggia di fuoco e grandine, tramutazione dell'acqua in sangue

La sinistra sente la sconfitta e inventa le piaghe d'Egitto

Invasione di cavallette, zanzare (quelle ci sono già), mosche tropicali, pioggia di fuoco e grandine, tramutazione dell'acqua in sangue. Ora, senza dover arrivare a evocare tutte le dieci piaghe d'Egitto, per alcuni detrattori di sinistra la vittoria del centrodestra equivarrebbe ad una catastrofe su più fronti. E a questo proposito se ne inventano di cotte e di crude pur di schizzare fango sui tre leader della coalizione.

Partiamo da Carluccio Calenda, che dopo la figuraccia del fallito patto con Letta e quella ancor più grande dell'intesa con Renzi, non smette di inanellare castronerie. Per il leader di Azione il «pericolo» rappresentato dal centrodestra «non è il fascismo, ma il caos. Ci portano al Venezuela». Qualcuno gli fa notare che «gli amici del Venezuela» stanno anche tra gli alleati della sinistra, come i rossoverdi.

Il Pd non ha, invece, altri argomenti se non quelli di «mamma li fascisti», per cui si può serenamente soprassedere.

Poi c'è il microbiologo Andrea Crisanti, ora candidato nelle liste del Pd, che ormai discetta su tutto, non solo sui virus: «Salvini critica la mia candidatura con il Pd? Forse dovrebbe pensare a tutti gli errori di valutazione che ha commesso, sia in politica estera che sulla sanità pubblica. Se fossimo stati nelle sue mani ora ci sarebbero 300mila vittime di Covid al posto di 140mila e oggi saremmo allineati con Putin».

Ma c'è anche chi va oltre. Matteo Renzi evoca, per esempio, la piaga economica: «La campagna elettorale va fatta sul futuro e non sui fantasmi. Salvini e Meloni non sono un pericolo per la democrazia: sono un pericolo per i vostri risparmi».

Secondo la Repubblica se vincesse il centrodestra nessuno penserebbe più al Mezzogiorno e sarebbe in arrivo presidenzialismo e autonomia differenziata: «Si palesa uno scambio tra il presidenzialismo caro a Giorgia Meloni, e l'autonomia voluta da Zaia-Salvini».

Per Piero Fassino (nella foto) è in arrivo la piaga internazionale: «L'Italia viene precipitata in un passaggio elettorale che, se dovesse vedere la prevalenza della destra populista e nazionalista, condannerebbe l'Italia all'isolamento internazionale e alla marginalità in Europa, proprio nel momento in cui l'Unione europea è chiamata a decidere misure finanziarie - patto di stabilità, misure antispread - di particolare rilievo per l'Italia».

Per il presidente della terza commissione Affari esteri, pure gli effetti del cambiamento climatico - siccità, surriscaldamento - sono colpa delle destre. «In Parlamento erano in agenda importanti riforme - dalle norme sulla concorrenza a un nuovo sistema fiscale alle misure per velocizzare la giustizia - che adesso non vedranno la luce».

Ma a questa carrellata di sciocchezze poteva forse mancare il buon Carlo De Benedetti? No di certo. «Mai finora avevamo vissuto il rischio di uscire dalla nostra collocazione internazionale, di rompere le nostre alleanze storiche. Corriamo il pericolo più grave nella storia della Repubblica. La vittoria della destra alle prossime elezioni sarebbe una catastrofe», ci va giù sobrio. E continua sul Corriere di qualche giorno fa: «La nostra destra è biecamente fascista e nazionalista. Salvini è un personaggio da bar. La Meloni ha detto in sostanza: abbasso Bruxelles, viva le nazioni. Il suo modello è Orbán. Con lei alla guida, l'Italia diventerebbe come l'Ungheria.

So per certo, dalle mie fonti nel Dipartimento di Stato, che l'amministrazione americana considera orripilante la prospettiva che questa destra vada al governo in Italia».

Commenti