Il Pd si fionda su una fake news di Roberto Saviano per rilanciare la battaglia sullo Ius soli. Il suicidio di Seid Visin con il razzismo non c'entra nulla. Sarebbe bastato assistere ai funerali nella chiesa di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, del povero ragazzo di appena 20 anni, con un passato nelle giovanili del Milan, per avere idea della completa integrazione con la comunità italiana. Migliaia di persone hanno dato l'ultimo saluto al giovane Seid. Eppure la sinistra, spinta dell'ideologo Saviano, prova a sfruttare il suicidio del 20enne per portare a casa la legge sullo Ius soli. Provvedimento cui Draghi si è mostrato freddo. È il segretario del Pd Enrico Letta che in un colloquio con Repubblica apre le danze: «Ho messo questo tema al centro del mio discorso di investitura a segretario. Non ne parlo solo oggi dopo la tragedia Seid Visin, anche se oggi emerge in tutta la sua drammaticità. È un impegno che il Pd prende. Andiamo avanti».
È un autogol quello di Letta. L'integrazione di Seid con la comunità locale smentisce le tesi del Pd: non serve una legge (Ius soli) per sentirsi italiano. Autogol ripetuto dall'ex ministro Francesco Boccia: «Penso che lo Ius soli sia un diritto ed è sempre tempo di diritti. È un dovere far sì che questo diventi un patrimonio collettivo, per i ragazzi di oggi è già così», commenta nel corso dell'intervista su SkyAgenda.
I dem puntano ad approvare un testo entro la fine della legislatura. Dal fronte dell'opposizione insorge Fdi: «Strumentalizzare vergognosamente una tragedia per un attacco politico dà la misura di una sinistra che non sa più a cosa aggrapparsi per giustificare proposte scollegate dalla realtà come lo Ius soli riproposto da Letta», ribatte la parlamentare Augusta Montaruli. Tutto l'equivoco nasce da uno sfogo sui social, che risale a tre anni fa, di Seid. Ed è stato proprio il padre adottivo, Walter Visin, del 20enne a chiarire come il razzismo non sia il motivo del suicidio del figlio: «Il gesto estremo di Seid non deriva da episodi di razzismo. Mio figlio non si è ammazzato perché vittima di razzismo. È sempre stato amato e benvoluto, stamane la chiesa per i suoi funerali era gremita di giovani e famiglie». La lettera? «Fu uno sfogo, era esasperato dal clima che si respirava in Italia. Ma nessun legame con il suo suicidio, basta speculazioni. Non voglio parlare delle questioni personali di mio figlio». Saviano ignora le parole del papà di Seid e insiste: «Le parole di Seid in quella lettera raccontano questo Paese, in cui un giovane doveva dimostrare di essere diverso da come alcuni italiani lo immaginavano. E questo avviene perché Meloni e Salvini mentono. Se ogni giorno si postano crimini legati ad immigrati si sta commettendo razzismo».
Durissima è la replica di Giorgia Meloni: «Il padre di Seid ha dichiarato che il razzismo non c'entrava nulla con l'estremo gesto di suo figlio. Ai soliti ridicoli esponenti della presunta intellighenzia di certa sinistra, che succhiano visibilità mistificando da sempre la realtà, però non interessa. Loro passano sopra a tutto: alla vita, alla morte e alla tragedia.
Per loro tutto è funzionale per vendere un altro articolo, un altro libro, o di ottenere un'altra presenza in tv. Sciacalli che volteggiano sulla sofferenza delle persone, in attesa di un altro dramma del quale cibarsi. Squallidi, cinici, cattivi: persone che questa Nazione non merita».
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