Ancora polemiche e tensioni per il caso della famiglia residente nel bosco di Palmoli, provincia di Chieti, dopo la decisione del Tribunale dei minori dell'Aquila di allontanare i tre figli della coppia anglo-australiana. I due gemelli di 6 anni e la bambina di 8 sono stati trasferiti, con la madre, in una comunità protetta. Il ministro Matteo Salvini, dopo aver già sollecitato un intervento del Guardasigilli Nordio, torna all'attacco delle toghe, mentre il 6 dicembre è stata organizzata una manifestazione a Roma, davanti la sede del ministero delle Pari Opportunità contro una "misura estrema che sembra basata su una valutazione culturale dello stile di vita dei genitori", scrivono gli organizzatori.
"Una vergogna, un precedente pericoloso e preoccupante, un trauma per una famiglia che ha scelto l'Italia per vivere serena - ribadisce Salvini sui social, dopo l'intervista al Giornale -. Da anni Europa e sinistra ci impongono tasse e divieti perché vogliono tutto green, e qualcuno rovina la vita alla famiglia che ha scelto la vita più green e naturale del mondo? Farò di tutto perché quei tre splendidi bambini tornino a casa, fra le coccole di mamma e papà". E poi invoca "una bella commissione d'inchiesta sul business delle case famiglia e su quanti bambini vengono strappati ogni anno a mamme, papà, nonni... - sottolinea il leader della Lega - Spesso giudici dei tribunali dei minori e assistenti sociali non sono la soluzione del problema ma il problema".
Dalla casa famiglia a Vasto dove vivono ora i bambini arriva il racconto dell'avvocato della famiglia, Giovanni Angelucci: "Li ho trovati bene, erano sorridenti ma con un filo di malinconia negli occhi, il maschietto mi ha abbracciato, la prima cosa che mi ha detto è quando ci riporti a casa?". Il legale ha annunciato che presenterà ricorso: "Il primo obiettivo è quello di far riunire la famiglia, il secondo è quello di riportarli a casa". Per farlo non è escluso che si possa decidere di colmare lacune emerse dall'ordinanza del tribunale, da quelle sull'istruzione a quelle tecniche come l'installazione di un bagno adiacente alla casa".
I magistrati però non ci stanno e di fronte all'ondata di indignazione reagiscono, ribadendo le motivazioni che hanno portato alla loro decisione: "Il Tribunale ha il dovere di intervenire tutte le volte in cui esistono concreti e attuali motivi per ritenere compromessi, o anche solo messi a rischio, i diritti fondamentali dei minori - è la nota dell'associazione Italiana dei magistrati per i Minorenni -. Il maltrattamento dell'infanzia spesso si esprime non solo attraverso condotte violente ma anche in forme di trascuratezza gravi e protratte nel tempo che costituiscono causa di danni gravi e irreversibili allo sviluppo psicofisico di un bambino, meno espliciti ma spesso anche più pervasivi". Anche l'Anm scende in campo a tutela dei colleghi: "Attacchi scomposti e delegittimanti". Quanto al metodo dell'allontanamento, giudicato da molti troppo duro, per le toghe "è stato disposto con criteri di gradualità", ed è stato "l'extrema ratio dovuta all'inefficacia dei rimedi precedenti, dato che le prescrizioni sono state sistematicamente disattese dai genitori".
Sono arrivati anche insulti e minacce via social alla presidente del Tribunale, Cecilia Angrisano, come questi: "Lei è un'emerita c... ona". E ancora: "Il tribunale dei minori è una fossa piena di vermi". Non è escluso che nei prossimi giorni possa essere presentato un esposto.