
Gli investigatori della Postale hanno nome e cognome dell'amministratore di Phica.eu. Si chiama Vittorio Vitiello, ha 45 anni e vive a Firenze, anche se è nato a Pompei. Dal 2023 è amministratore unico della società Lupotto srl, che ufficialmente si occupa di condurre campagne pubblicitarie sul social anche attraverso influencer. Per la polizia - che lo ha già interrogato a Firenze dopo la denuncia della sindaca Sara Funaro, anche lei finita su Phica.eu insieme ad altre esponenti politiche - ci sarebbe lui dietro al sito sessista che pubblicava senza consenso immagini di personaggi pubblici e non con commenti volgari e violenti.
Quello di Vitiello, che pochi giorni fa ha chiuso il sito per tutelarsi, non è un nome nuovo per chi indaga. Era già stato sentito nel 2019, per una vicenda analoga: anche allora il sito venne segnalato per la diffusione di immagini senza consenso di personaggi noti. Il 45enne, che si nascondeva dietro i nick name Phica Master, collaborò con gli inquirenti fornendo gli indirizzi Ip della piattaforma on line che esiste dal 2005 e che nonostante tutto ha continuato ad operare indisturbata negli anni, appoggiata a server esteri. Non era solo voyeurismo e sessismo, ma anche un bel business, sui cui adesso sono puntati i fari dei magistrati. Secondo il quotidiano Domani, che ha pubblicato per primo la notizia, "dai bilanci ufficiali la società risulta aver fatturato circa 150mila euro all'anno nel 2023 e nel 2024, con utili netti rispettivamente di 69mila e 65mila euro". Si indaga anche sulle presunte richieste di denaro avanzate ad alcune vittime per rimuovere le loro immagini dal sito. Diverse donne ne hanno parlato, la postale sta approfondendo un aspetto che potrebbe configurare anche il reato di estorsione, oltre a quelli di diffamazione aggravata, violenza privata, istigazione a delinquere e interferenza illecita nella vita privata. Gli ultimi due, in particolare, in relazione ad una sezione del sito, poi rimossa prima che venisse chiuso, in cui si spiegava agli iscritti come scattare foto di nascosto alle donne piazzando micro-telecamere nei camerini dei negozi o negli spogliatoi delle palestre. Sulla home page di Phica.eu l'amministratore cerca maldestramente di respingere al mittente l'accusa più pesante, quella di estorsione, raccontando una lunga storia che sembrerebbe piuttosto dimostrare il contrario. All'inizio della pagina campeggia una scritta: "Tutte le discussioni sono rimosse e a disposizione delle autorità competenti in caso di denuncia, con log e informazioni". Segue una mail per comunicazioni alla postale e un'altra per rimuovere gli account.
Soddisfatta per l'individuazione dell'amministratore del portale la sindaca di Firenze, Sara Funaro, tra le prima a sporgere denuncia. "L'ho fatto non solo per me, ma per tutte le donne. E invito tutte a farlo quando accadono episodi simili. Denunciate, non tacete, non lasciate che restino sotto silenzio fatti gravi e vergognosi come questo. È violenza, anche quando accade in quel mondo ancora troppo privo di regole e controlli come il web". In tante si sono mosse. In questi giorni stanno arrivando centinaia di segnalazioni da ogni parte d'Italia, anche se le denunce non sono altrettanto numerose. L'avvocata Annamaria Bernardini de Pace, esperta di diritto di famiglia, le sta raccogliendo, grazie ad alcune associazioni, e ci sta lavorando con un pool di 12 legali in vista di una class action a tutela delle donne.
Di pari passo il lavoro delle Procure, soprattutto quella di Roma, dove potrebbero convergere i vari fascicoli. Ieri a piazzale Clodio si è svolto un vertice sul caso di Phica.
eu e del gruppo Facebook Mia moglie, chiuso pochi giorni fa da Meta. Gli investigatori della polizia postale hanno incontrato per circa due ore il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, che sta per procedere all'apertura di un fascicolo sulla base delle informazioni raccolte finora.