Il sogno proibito del jihadista: invadere l'Australia infedele

Luigi GuelpaNegare qualsiasi cosa, compresa l'evidenza. Arrivando persino a dire che «Al Qaida non esiste, è tutta una messa in scena degli americani». Parola di Abu Bakar Basheer, il 78enne «maestro Abu», controverso leader musulmano indonesiano che secondo il locale ministro degli Interni Tjahjo Kumolo potrebbe essere il regista degli attentati di ieri a Giakarta. Era già finito in galera due volte Basheer, fondatore della cellula jihadista Jamaah Ansharut Tauhid (Jat), organizzazione appartenente fino al 2004 alla sterminata galassia qaidista e oggi affiliata al Califfato. Le manette ai suoi polsi erano scattate nel 2004 dopo gli attentati di Bali che provocarono la morte di 203 persone. Li aveva organizzati nei minimi dettagli, ma quando lo prelevarono per portarlo in carcere disse che «la prigione, così come la preghiera, fortifica gli animi. La cella mi aiuterà a meditare e ad avvicinarmi ancora di più ad Allah». Nel 2010 il secondo arresto: stava progettando di far saltare in aria l'auto sulla quale viaggiava l'allora presidente indonesiano Susilo Yudhoyono. Con una decisione che sollevò parecchie polemiche, la Corte suprema di Giakarta dimezzò la pena detentiva a cui era stato condannato (da 36 a 18 mesi), permettendo a Basheer di dedicarsi al nuovo «compitino» affidatogli nella primavera del 2014 da Al Baghdadi: costruire una nuova regione del Califfato islamico, conquistando a suon di bombe l'Indonesia per poi invadere l'Australia. Vale la pena ricordare che l'Indonesia, con oltre 200 milioni di abitanti, è il più popoloso Paese musulmano al mondo, anche se l'estremismo è poco radicato e lo stesso Basheer si avvale di miliziani provenienti dalla Malesia e persino da Sudan e Nigeria per rafforzare un esercito che è composto da non più di un migliaio di miliziani. «Maestro Abu» è conosciuto e temuto anche dalle autorità australiane proprio per le dichiarate mire espansionistiche e il delirante progetto del Califfato d'Oceania.

Nel 2014 due attentati di matrice jihadista erano stati sventati a Melbourne e Canberra, mentre l'assalto alla cioccolateria Lindt di Sydney finì nel sangue con l'uccisione di due ostaggi da parte di un lupo solitario che, alla luce di quanto sta emergendo in queste ore, proprio tanto solitario non doveva essere.

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