«Spero che la condanna sia unanime», ha detto Salvini subito dopo l'aggressione. Si illudeva. Perché se dal centrodestra (Da Renato Brunetta a Giorgia Meloni fino ovviamente alla Lega compatta) arriva solidarietà incondizionata, le dichiarazioni arrivate da centrosinistra e Ncd sono la fiera del «Ma» e del «Però». Per specificare che la violenza è sbagliata «ma» lui provoca. A sottolineare che l'aggressione è da condannare «però» lui usa toni troppo duri. Guai ad esprimere solidarietà piena. Perché Salvini è brutto, cattivo e leghista e in fondo se l'è cercata. Chiaro. Come chiaro è che se il fatto fosse capitato a qualunque esponente di centrosinistra, apriti cielo. Indignazione, sdegno e fiumi di retorica avrebbero invaso web e agenzie, a difesa della prode vittima di cotanta brutal aggressione. E invece.
Il candidato Pd alla presidenza dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini prima dice «per gli incidenti esprimo solidarietà a Matteo Salvini», salvo poi trovare il «ma»: «Ma gli consiglierei di fare compagna elettorale parlando dei programmi e non continuando a provocare, mi dispiace che cerchi continue provocazioni invece di concentrarsi sui contenuti». Dello stesso tenore le dichiarazioni dell'europarlmentare, Alessandra Moretti. «Le aggressioni vanno sempre condannate, come la violenza, da qualunque parte arrivi». Tutto qui? Certo che no, ecco il «però»: «Però Salvini non faccia la vittima: è andato cercando un palcoscenico ben sapendo che chi come lui usa parola dure come pietre provoca reazioni ancor più dure». Parole come pietre che giustificano le pietre, quelle vere. Infine l'accusa: «Salvini ha investito i giovani che lo contestavano».
Altro che solidarietà. «Condanno violenze contro Matteo Salvini, la smetta però di fare propaganda elettorale alimentando razzismo», twitta il deputato Pd Khalid Chaouki. Anche qui, il «però» non manca. C'è poi chi come Cristina Quintavalla, candidata alle regionali per l'Altra Emilia Romagna, addirittura quasi gioisce spiegando che «Bologna e l'Emilia sono medaglia d'oro per la Resistenza, qui il razzismo non è ammesso».
Il senatore Ncd Giuseppe Esposito alza il livello della giustificazione ai violenti. Prima definisce «barbari» gli aggressori di Salvini poi aggiunge: «È triste ma doveroso notare che chi semina vento raccoglie tempesta». Nel Pd va segnalato anche chi come Emanuele Fiano spicca per buonsenso e, pur prendendo le distanze dal Salvini politico, afferma: «Chi tira i sassi ad una macchina è un delinquente. Punto». Anche Stefano Fassina condanna «senza se e senza ma», salvo poi aggiungere che Salvini provoca e usa slogan incivili e offensivi. Parole durissime dal vice presidente del Senato Roberto Calderoli.
«Non è più tollerabile che i balordi dei centri sociali possano continuare ad esercitare violenza e a calpestare le regole della democrazia e del codice penale. D'ora in poi se non li fermeranno le Forze dell'Ordine, non porgeremo l'altra guancia, ma varrà la legge del taglione: occhio per occhio dente per dente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.