Solita opposizione: guerra a sinistra. "La mozione M5s scritta da Putin"

Il Pd si astiene sui testi di Avs e 5Stelle mentre Calenda stronca quella di Conte

Solita opposizione: guerra a sinistra. "La mozione M5s scritta da Putin"
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da Roma

Le opposizioni "impazziscono" tra divisioni e astensioni nel dibattito alla Camera dei deputati sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del consiglio europeo del prossimo 26 e 27 giugno. Cinque partiti con cinque risoluzioni differenti. Ma soprattutto si apre il caso Russia: il M5s chiede di riaprire le relazioni con Putin sul gas russo. Una posizione che fa impazzire i riformisti dem. Filippo Sensi sbrocca: "Leggo che nella risoluzione di un partito, presentata per il dibattito in Parlamento alla vigilia del Consiglio europeo, non si esclude una possibile collaborazione con la Russia sul gas. Lo trovo irricevibile. Sconvolgente sia presentato oggi, con Kiev martellata dalle bombe". E infatti i dem votano proprio contro ai due punti grillini sul gas russo e sulle armi all'Ucraina.

Ancor più netta la posizione della deputata calendiana, Daniela Ruffino: "I Cinque Stelle mirano ad avere un Paese in ginocchio da Putin". Calenda chiama in causa gli alleati: "La vergognosa mozione del M5s, tra disarmo unilaterale, abbandono dell'Ucraina e ripresa della dipendenza dal gas russo, sembra scritta da Putin. Credo che a questo punto il Pd debba prendere atto che non può esserci una proposta di governo alternativa alla destra da chi ha una linea di politica estera sulla Russia identica a quella di Salvini. Poi fate voi".

Il Pd compie in Aula la svolta pro Pal. Nella risoluzione del partito guidato da Elly Schlein la linea anti israeliana diventa ancor più netta con la richiesta all'Unione europea di adottare sanzioni contro il governo di Netanyahu: inoltre invita il governo a "sostenere in sede europea l'adozione di sanzioni nei confronti del governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e a proporre azioni efficaci contro le violazioni del diritto internazionale e umanitario, inclusa la sospensione dell'accordo di associazione Unione europea-Israele, per le ripetute violazioni dell'articolo 2 del suddetto accordo da parte del Governo israeliano e la violazione delle fondamentali regole dello Stato di diritto in atto" si legge nel testo dem.

Stessa richiesta arriva dal partito Avs di Fratoianni e Bonelli. L'altro punto di rottura nelle opposizioni (anche se non plastico) è sulla richiesta al governo di non concedere basi Nato per gli attacchi in Iran. Nel Pd passa la linea Schlein ma l'ala moderata (in molti assenti al dibattito) boccia la scelta. I leader (Schlein, Conte, Fratoianni) parlano in dichiarazione di voto. Per il Pd Peppe Provenzano illustra la risoluzione e insiste: "No alle basi in Italia agli Usa per la guerra in Iran".

Per il M5s tocca al capogruppo Riccardo Ricciardi che mette nel mirino il piano di riarmo europeo. Nello show della sinistra in Aula Nicola Fratoianni si distingue per la difesa dei cortei pro Pal (dove si bruciano le bandiere): "Si riconosca lo stato palestinese, si blocchi l'accordo con Israele, e sanzioni il governo israeliano. Ha detto che le manifestazioni non servono, ma nel caso del genocidio a Gaza restituiscono un po' di dignità a un Paese che si è reso complice".

Per Forza Italia parla Cristina Rossello che elogia il pragmatismo di Meloni in politica estera. Stefano Candiani per la Lega incalza: "Israele ha fatto lavoro sporco per l'Occidente". Al veleno l'intervento di Conte contro Meloni: "Lei avrebbe detto che con lei in Europa la pacchia sarebbe finita, ma è lei la pacchia per gli altri leader europei".

Prima del voto,

per le opposizioni chiude Elly Schlein: "Pretendiamo una parola di chiarezza sul futuro che oggi Meloni ci ha negato: l'Italia non si farà trascinare nella guerra e non consentirà l'uso delle basi sul territorio nazionale"

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