
Sei mesi per ripartire e rilanciare la battaglia. Forse l'ultima. Berlusconi è soddisfatto, quasi sollevato dopo un tour de force elettorale in cui non s'è certo risparmiato. Inoltre, al netto della sua lunga assenza dal palcoscenico della politica e delle liti interne con tanto di scissioni, non può che valutare positivamente i risultati elettorali. Ma l'ex premier pensa già al futuro e, ai suoi, ripete: «In questi pochi mesi dobbiamo lavorare per rimettere insieme la coalizione di centrodestra. E se ci riusciamo rivinciamo».
Disdetta la trasferta romana per partecipare alle celebrazioni del 2 giugno, il Cavaliere segue da Arcore lo spoglio delle Comunali e compulsa tabelle e dati relativi alle Regioni. Da qui, i suoi ragionamenti: la coalizione dei moderati, sommando i partiti che naturalmente si collocano nel centrodestra, è sopra al 30 per cento quasi dappertutto. Peccato che in molte realtà ci si è presentati divisi e l'elettorato non perdona.
Seconda valutazione: l'astensionismo ha danneggiato soprattutto i moderati perché tradizionalmente la sinistra è militarizzata e non diserta i seggi. Analogo discorso va fatto per il Movimento 5 Stelle: difficile trovare un grillino tiepido che non va a votare. Quindi, la sinistra ha fatto il pieno mentre il centrodestra no. Ergo, il serbatoio di voti c'è eccome ed è maggioritario nel Paese; si tratta solo di attivarlo, di scuoterlo.
Il Cavaliere, poi, sente al telefono Matteo Salvini, da molti dipinto come una minaccia, capace di lanciare un'opa su tutto il centrodestra. Ma anche in questo caso l'ex premier si dimostra ottimista e minimizza sui presunti e bellicosi retroscena che parlano di un futuro duello con il Carroccio. «Con la Lega non ho mai avuto problemi. E non ci saranno nemmeno in questo caso», è il senso del suo ragionamento.
Le persone a lui più vicine descrivono un Berlusconi «sereno, quasi alleggerito. Come se si fosse tolto un peso». A rianimarlo la convinzione che, nonostante tutto, Berlusconi resta centrale e che la sua persona è capace di muovere ancora un bel po' di consensi. Certo, non son tutte rose e fiori: l'ex premier è molto dispiaciuto del risultato in Campania dove non si è riusciti a spiegare sufficientemente bene quanto Stefano Caldoro abbia fatto per i campani. Ma il cruccio di Napoli è compensato dall'ottimo risultato del «suo» Giovanni Toti in Liguria. Regione rossissima, per di più. «Lo sapevo che da lì potevano arrivare delle sorprese; e siccome in Liguria eravamo tutti uniti, ce l'abbiamo fatta», dice. C'è rammarico anche per l'Umbria dove, fino a notte fonda, s'è «rischiato» il colpaccio con l'ottimo Claudio Ricci che per pochissimo (10mila voti non di più, ndr ) non ha sbaragliato il feudo della sinistra. Scontata, invece, la sconfitta in Puglia dove il partito ha subito lo strappo di Fitto e i suoi. Fitto che non ha certo vinto: la sua lista «Oltre con Fitto» ha preso il 9,2% mentre Forza Italia è al'10,8%. Ma Berlusconi dice poco di Forza Italia e pensa e parla solo in termini di coalizione. Si chiamino Repubblicani o altro, ora è tempo di rimettersi tutti insieme.
E che l'idea di Berlusconi sia condivisa lo dimostra l'evento di oggi a Milano dove, al Teatro Nuovo, si tiene il battesimo dei Repubblicani.info.
Il movimento, lanciato da Nunzia De Girolamo (Ncd), dall'ex capogruppo della Lega alla Camera Marco Reguzzoni e da alcune associazioni come i Tea Party e Modernizzare l'Italia, vuole contribuire a unire tutti i moderati. «Tra l'altro, ce lo impone la legge elettorale», dicono in coro. Presenti alla manifestazione tanti sindaci azzurri e l'ex deputato Guido Crosetto.