S arà l'agricoltura a salvare l'Italia? Sembrerebbe di sì, a giudicare dai dati forniti da Coldiretti in occasione della giornata dell'agricoltura italiana celebrata ieri all'Expo con la partecipazione di decine di migliaia di lavoratori della terra (c'era pure il premier Matteo Renzi).
Un tempo si diceva, per indicare qualcuno che non faceva bene il suo mestiere: braccia strappate all'agricoltura. Oggi invece il settore primario è evoluto e tecnologizzato e strappa davvero braccia ad altri comparti: nel 2015 gli occupati nelle campagne italiane sono aumentati del 5 per cento e nel solo Meridione dell'11. Un boom che interessa particolarmente gli «under 35», per i quali l'incremento a livello nazionale è del 10 per cento che sale addirittura al 21 se si considerano i soli giovani del Sud. Un dato coerente con quel 68 per cento di giovani Italiani (due su tre) che sognano di lavorare in estate in campagna, partecipando alla raccolta della frutta o alla vendemmia.
Ma sono altri i dati che colpiscono: come il record storico per il valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani, che nei primi sei mesi dell'anno è cresciuto dell'8 per cento anche grazie alla spinta dell'Expo milanese. Circa i due terzi dell'export interessa i Paesi dell'Ue, dove le esportazioni salgono del 5 per cento, mentre si registra un clamoroso +28 per cento nell'export verso gli Stati Uniti e addirittura un +29 per cento verso l'Oceania. A trainare questo ulteriore balzo in avanti del made in Italy a tavola è il vino (2,5 di export in sei mesi con un +7 per cento), ma anche l'ortofrutta fresca (+9) e l'olio (+11).
Un'agricoltura da record? Proprio così. Coldiretti identifica sette primati tutti italiani nei campi e a tavola:
1) il settore agroalimentare rappresenta il 15 per cento del Pil nazionale con un valore complessivo di 250 miliardi, alimentato da 1,6 milioni di aziende agricole.
2) Il modello produttivo dell'agricoltura italiana è campione nella produzione di valore aggiunto: quello per ettaro è doppio rispetto alla media dei Paesi Ue, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania e il 70 per cento in più dei cugini francesi, nostri principali competitor a tavola.
3) L'Italia ha ben 272 prodotti tutelati da Dop e Igp e 4886 specialità tradizionali regionali che salvaguardano la biodiversità e difendono la tradizione. Nessun altro Paese può anche lontanamente avvicinarsi a tali cifre.
4) L'Italia è il Paese con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (solo lo 0,4 per cento), molto meno rispetto alla media europea (1,4) e infinitamente meno rispetto alla media dei Paesi extra Ue (7,5).
5) L'Italia è leader anche in sostenibilità, con 814 tonnellate di gas serra prodotte ogni milione di euro, il 35 per cento in meno rispetto alla media Ue e meglio di tutti i grandi Paesi europei.
6) L'Italia crede in «bio». Il nostro Paese conta 49.
070 imprese biologiche e anche qui siamo leader in Europa davanti alla Spagna (30.462).7) Infine l'Italia è all'avanguardia anche per la rete di fattorie e mercati degli agricoltori per la vendita a chilometro zero, con oltre 10mila riferimenti nella rete Campagna Amica.
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