Livio CaputoSenza apparente preavviso, Vladimir Putin ha informato il presidente siriano Assad che, a partire da oggi, la maggior parte delle forze armate russe dislocate in Siria inizieranno a ritirarsi, mantenendo solo la base navale di Tartous (che avevano già prima di iniziare il 30 settembre scorso la campagna di bombardamenti che ha modificato le sorti della guerra a favore del regime) e quella aerea, nuova, di Heimeneem. Lo Zar considera ormai raggiunti gli obbiettivi della missione e auspica che la sua conclusione giovi ai negoziati di pace, ripresi ieri a Ginevra tra mille incertezze. Mosca si riserva peraltro di continuare le forniture militare e l'assistenza tecnica all'esercito di Assad, per aiutarlo a portare a compimento la sua campagna contro i «terroristi».Come tanti altre iniziative di Putin, l'improvviso ritiro dalla Siria sempre, naturalmente, che le parole siano seguite dai fatti - è una vera e propria bomba, che modifica a fondo i termini della partita. Esso può avere almeno tre diverse spiegazioni. La prima, più ottimistica, è che Russia e Stati Uniti si siano davvero messi d'accordo per tentare di mettere fine alla guerra civile siriana, e che Putin abbia deciso il suo disimpegno dalle operazioni militari in cambio dell'impegno di Obama a rinunciare per ora a chiedere le dimissioni di Assad: una simile intesa, la prima dopo la crisi ucraina, sarebbe di buon auspicio non solo per le trattative ginevrine, ma anche per i finora tesissimi rapporti tra le due potenze. La seconda spiegazione è che la Russia, dopo avere raggiunto lo scopo di tornare ad essere un protagonista decisivo della crisi mediorientale ed avere salvato l'alleato Assad dal collasso, non voglia farsi risucchiare durevolmente nella faida tra sunniti e sciiti, compromettendo i rapporti con Paesi come l'Egitto, l'Arabia Saudita e la stessa Turchia, con cui è già in conflitto per l'abbattimento di un suo aereo. La terza è che Putin, in considerazione della grave crisi economica e finanziaria che ha colpito il suo Paese, voglia porre termine a un'avventura che gli costa milioni di dollari al giorno.
L'aspetto negativo del ritiro della Russia è che i suoi bombardieri non contribuiranno più alla battaglia contro l'Isis, che pure Putin considera al pari degli occidentali - il nemico da sconfiggere. Ma, per valutare appieno le conseguenze della sua decisione, bisognerà attendere gli sviluppi sia sul terreno, dove tra la sorpresa generale la tregua resiste da ormai due settimane, sia al tavolo dei negoziati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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