Sorrisi, lacrime (di gioia e rabbia) ed errori accompagnano la nascita del governo Meloni che questa mattina alle ore 10 presterà il solenne giuramento nelle mani del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Poco dopo le 18 di ieri la leader di Fdi esce dallo studio della Vetrata per leggere la lista dei ministri. Nella squadra di Meloni ci sono tante conferme. Soprattutto nelle caselle più importanti: Esteri, Interno, Giustizia. Ma anche tante sorprese ed esclusioni eccellenti.
E poi un incidente di percorso. Alla lettura dei nomi Meloni assegna il ministero per la Transizione ecologica al senatore di Fi Paolo Zangrillo. Spostando il deputato azzurro Gilberto Fratin Pichetto alla Pubblica amministrazione. Doppia sorpresa. La prima: l'ingresso di Zangrillo al governo. La seconda: il declassamento di Pichetto in un ministero senza portafoglio. In realtà si tratta di un errore di trascrizione: Pichetto resta al Mite. Zangrillo va alla Pubblica amministrazione. La sorpresa resta una.
La nascita di un governo rispetta spesso il vecchio copione del «chi entra papa esce cardinale». Uno scenario che una vecchia volpe della politica e dei Palazzi come Antonio Tajani (vicepremier insieme con Matteo Salvini) aveva già evocato quando il suo approdo alla Farnesina era in forse. Fa scuola il caso del magistrato Nicola Gratteri arrivato a Roma da Guardasigilli e rientrato in Calabria con la toga. Destino simile, ma meno crudele, è toccato ad Adolfo Urso, dato alla Difesa ma traslocato al Mise per Guido Crosetto.
Le sorprese dell'esecutivo Meloni sono almeno quattro: Zangrillo, Gennaro «Genny» Sangiuliano, Luca Ciriani, Francesco Lollobrigida. Quattro ministri piazzati nella squadra nell'ultima notte. Il classico blitz al fotofinish. Per la Cultura i due nomi caldi per tutta la lunga trattativa sono stati Giampaolo Rossi e Giordano Bruno Guerri. Poi dal cilindro Giorgia Meloni ha tirato fuori Sangiuliano, direttore del Tg2. Nome imprevisto, fuori dalle «rose» degli ultimi giorni, anche quello del manager Andrea Abodi (Sport).
Lollobrigida e Ciriani, sono altre due novità dell'ultim'ora. Entrambi sembravano fuori dalla partita, dopo la riconferma per acclamazione alla guida dei gruppi di Fdi di Camera e Senato. Lollobrigida sarà il ministro delle Politiche agricole: casella chiave e al centro di uno scontro con la Lega. Ciriani sarà il ministro per i Rapporti con il Parlamento, incarico di vitale importanza. Sorpresa, ma non tanto, è la nomina di Alfredo Mantovano, magistrato, in passato esponente di punta di Alleanza nazionale, che sarà sortosegretario alla presidenza del Consiglio. Una poltrona che tutti davano al fido Giovanbattista Fazzolari, che per ora non figura tra nella squadra di governo. Tra le esclusioni eccellenti anche quella della leghista Giulia Bongiorno, esclusa per far spazio a Giuseppe Valditara, che si accomoda al ministero dell'Istruzione.
A sorpresa esce dall'esecutivo (dopo l'annuncio di Silvio Berlusconi all'assemblea con i parlamentari di Fi) Gloria Saccani data in pole per il ministero dell'Università.Altri due big di Fratelli d'Italia sono fuori: Fabio Rampelli ed Edmondo Cirielli. Due fondatori del partito che sperano di essere ripescati con le poltrone di viceministri e sottosegretari.
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