
Per un solo voto Ilaria Salis mantiene l'immunità parlamentare. Un risultato clamoroso, figlio del voto segreto, che scuote il centrodestra e fa salire la tensione tra Lega e Forza Italia. La decisione dell'aula di Strasburgo alimenta i sospetti da parte di Patrioti e Conservatori, convinti che i franchi tiratori si annidino all'interno del Partito Popolare Europeo. Forza Italia, però, replica ribaltando la tesi e sottolineando le assenze registrate tra i Patrioti al momento del voto.
Il timore di un voto ad alto rischio era già presente nei giorni che hanno preceduto il verdetto dell'aula. La Commissione Giuridica si era espressa contro la revoca per un solo voto (13 a 12). In plenaria, lo scenario si è ripetuto. Decisive alcune assenze e i voti non allineati nel Ppe, probabilmente nelle delegazioni tedesche, polacche e ungheresi evidentemente scettiche verso il sistema di giustizia ungherese.
I Conservatori dell'Ecr, il gruppo di Fratelli d'Italia, parlano di "vergogna istituzionale". Nicola Procaccini accusa: "Il voto segreto ha umiliato l'Italia e il Parlamento. La sinistra ha legittimato la violenza politica. Salis è stata candidata per sfuggire a un processo, non per rappresentare gli elettori". Per Carlo Fidanza (capo delegazione di FdI), "si è calpestata la legalità in nome dell'appartenenza politica".
Anche nella Lega la delusione è palese. Matteo Salvini attacca: "Col trucchetto del voto segreto, anche qualcuno del centrodestra ha salvato la signora Salis dal processo. Vergogna!". Isabella Tovaglieri punta il dito contro il Ppe: "Complici. Il Parlamento si è trasformato in una fabbrica di salvacondotti". Ancora più diretto Roberto Vannacci: "Vergogna", scrive sui social.
La tensione sale con l'intervento di Silvia Sardone (Lega): "Il Ppe, di cui fa parte Forza Italia, ha salvato Salis. D'altronde qui Ppe e Forza Italia governano con la sinistra". Una narrazione che Forza Italia respinge con fermezza. "La delegazione di Fi era presente al completo. Tra i Patrioti spiccavano assenze determinanti. Sarebbe interessante ascoltare le giustificazioni", replica il partito. Fulvio Martusciello rilancia: "Basta guardare i 22 fantasmi che si sono assentati al voto sulla Salis e sono ricomparsi dieci secondi dopo per capire chi sono i franchi tiratori. I Patrioti guardino le loro assenze e le loro improvvise presenze, poi ne riparliamo". Una dura replica arriva anche da Antonio Tajani. "Le calunnie noi non le accettiamo, gli insulti non li accettiamo, quindi non c'è nessuno che tradisce, nessuno che fa giochi strani. C'è lo scrutinio segreto e oltre 700 parlamentari. Il centrodestra deve pensare a vincere fuori, non a litigare dentro".
Al di là delle polemiche resta la forte carica politica del caso Salis, diventata per il campo largo un simbolo di lotta. A sinistra l'esito è accolto con entusiasmo. Elly Schlein si dichiara "felice che al Parlamento europeo abbiano prevalso i principi dello stato di diritto. E se nel segreto dell'urna, come pare, diversi eurodeputati dei Popolari europei o di Forza Italia hanno votato a favore ben venga, significa che non tutti accettano la propaganda autocratica di Orban e dei suoi alleati politici". Ma c'è anche chi si sottrae alla logica dell'immunità e annuncia una iniziativa in controtendenza. "Ilaria Salis va processata in Italia" dice Carlo Calenda. "Abbiamo chiesto al ministro Nordio di attivarsi.
Le imputazioni non possono essere lasciate cadere per ragioni politiche". Nel centrodestra resta, però, il sapore amaro di una sconfitta maturata, almeno in parte, per mano propria, con distinguo che diventano il terreno su cui accendere la competizione per il consenso.