«Pensi di aver visto un bolide? CLICCA QUI E FAI LA TUA SEGNALAZIONE!».
L'annuncio sul sito www.prisma.inaf.it non ha nulla a che vedere con le auto che sfrecciano sulle strade, ma con quei «sassi» - ben più veloci - che attraversano il cielo. Il termine bolide (dal greco bolis, proiettile) indica infatti comunemente «una meteora di elevata luminosità, di magnitudine negativa». Ma, astronomi a parte, a chi può interessare la sorte di un bolide? Molti nostri connazionali, ad esempio, pare abbiano preso a cuore la questione. Forse perché siamo un popolo specializzato nel tenere la testa tra le nuvole, confidando nel nostro italico stellone. Potrebbe spiegarsi così l'inopinata «caccia ai frammenti» del bolide che la sera dell'1 gennaio ha deciso di farci visita.
Alle h. 18,26 del primo giorno del nuovo anno, otto camere della rete «Prisma-Inaf» hanno rilevato un bolide nei cieli del nord-Italia: «Oltre ai dati delle camere abbiamo ricevuto decine di segnalazioni visuali da Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria, Toscana e le segnalazioni continuano ad arrivare anche ora».
«Gli eventuali detriti potrebbero essere caduti nel cuore della Pianura Padana, per l'esattezza nel Modenese», è l'annuncio intergalattico degli esperti dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) dopo aver visionato le immagini spaziali catturate delle videocamere del progetto «Prisma» (Prima Rete per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera); una sequenza che ha intercettato nel dettaglio il passaggio del bolide, la cui parabola è a disposizione sul sito prisma.inaf. Un clic e lo show è servito: pochi secondi per ammirare la luce del meteorite che prima entra nell'orbita terrestre e poi si disintegra. E qui inizia il bello. Fugato ogni rischio di catastrofico impatto con le nostre teste (vedi il film Meteor), il bolide ci ha regalato una serie di «residui meteoritici» praticamente uguali alle pietre terrestri, ma dal valore scientifico (e collezionistico) ben più pregnante. Almeno così sperano i «bolidisti» che si sono messi alla ricerca degli astro-souvenir.
Spiega chi è pratico della materia: «Il sasso spaziale di Capodanno, del peso di diversi chilogrammi, proveniva probabilmente dalla fascia principale degli asteroidi, tra Marte e Giove: è entrato nell'atmosfera a una velocità relativamente bassa, ma l'elevato angolo di caduta ha causato un surriscaldamento tale da aumentarne considerevolmente la luminosità».
«Durante la caduta - si legge in una nota dei cervelloni del programma Prisma - il meteoroide è andato incontro a un processo di disgregazione, in particolare a 50 e a 30 chilometri d'altezza. L'ultima quota osservata è stata a 21,7 chilometri, poi il bolide si è estinto. I calcoli indicano che qualche frammento potrebbe essere caduto nel modenese, fra Rovereto sul Secchia e Disvetro».
Da qui l'appello degli esperti che chiedono «a chiunque si imbattesse nella zona in un piccolo sasso ricoperto da una patina scura e con gli angoli smussati, di segnalarlo inviando una foto all'email prisma_po@inaf.it».
Importante raccomandazione: «Non toccate il frammento con le mani: dopo averlo fotografato e aver mappato il punto esatto del ritrovamento, potrete possibile raccogliere il reperto usando un foglio di alluminio per poi riporre l'oggetto in un vaso di vetro pulito, meglio ancora se inserito in un altro vaso a chiusura ermetica con assorbi-umidità».
Poi, quando vi sarete scocciati di osservarlo, potrete buttare il tutto, stando attenti a differenziare il cosmo-rifiuto.
Il foglio di alluminio nella plastica, il vaso nel vetro. E quel pezzo di bolide? Nell'umido no, nella carta neppure.Per informazioni, citofonare AstroSamantha. Sempre che non stia litigando coi vertici dell'Aeronautica.
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