Sparano e uccidono ladro Indagati i carabinieri

I fatti di Perugia riaprono il dibattito sulla legittima difesa. Salvini: «Un premio ai militari»

Sta diventando un caso politico l'episodio di cronaca nera che giovedì ha coinvolto due carabinieri e un vigilantes a Ponte Felcino in provincia di Perugia. I tre, ora indagati dalla Procura del capoluogo umbro, sono stati protagonisti di una sparatoria. Un'auto, con a bordo ladri in fuga, ha tentato di forzare il loro posto di blocco.

I militari e il vigilantes hanno tentato di fermare la vettura sparando alcuni colpi di intimidazione. Uno dei ladri, un albanese di cinquant'anni con ancora il passamontagna calato sulla faccia, è stato raggiunto da un colpo. Una ferita mortale. Con i complici aveva appena svaligiato una tabaccheria. È vero che l'esame balistico e quello autoptico sul corpo di Eduard Kozi, questo il nome dell'albanese rimasto ucciso, devono ancora offrire indizi illuminanti.

Nel frattempo, però, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati i due militari e il vigilantes con l'accusa di omicidio colposo. Il risvolto giudiziario di questo episodio di cronaca nera rischia, però, di trasformarsi nell'ennesima ribalta per la politica dal «pugno di ferro» del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il segretario della Lega, infatti, alla notizia dell'iscrizione dei tre nel registro degli indagati ha commentato: «Militari e guardia giurata hanno rischiato la vita, hanno solo fatto il loro dovere: non meritano un processo, semmai un premio».

Per Salvini è l'occasione anche di tornare su un tema caro alla Lega. Un tema, quello della legittima difesa, che è stato un punto cardine della campagna elettorale. Ecco perché il ministro dell'Interno ha annunciato con orgoglio che il prossimo 23 ottobre inizierà il suo percorso in Senato la proposta di legge di iniziativa popolare che vuole ridefinire i contorni della legittima difesa. «Un ladro ti entra in casa - spiega Salvini - in azienda o in negozio e tu ti difendi? Sarà un tuo diritto farlo, senza finire sotto processo per anni e pagando di tasca tua. Lo Stato coprirà le eventuali spese legali di chi si è difeso e il delinquente (e i suoi parenti) non potranno chiedere neanche un euro di risarcimento».

Tratteggiando alcuni dei punti chiave della proposta di legge il ministro dell'Interno apre di fatto il dibattito su questa proposta di legge che vede gli alleati di governo negli scomodi panni di moderatori.

«Per noi deve essere chiaro - sottolinea il senatore grillino Francesco Urrano - che il testo base su cui lavorerà la Commissione giustizia di Palazzo Madama deve mantenere la sintesi raggiunta nel giusto equilibrio di proporzionalità tra difesa e offesa». Come anticipato nei giorni scorsi dallo stesso Salvini, con la nuova legge sarà riconosciuta la «presunzione di legittima difesa» per chi, in casa o nella propria azienda, agisca per difendersi dagli sconosciuti che cercano di entrare, con violenza, minaccia di usare armi o con altri mezzi di coazione fisica.

«Occorre portare questo disegno di legge avanti in maniera determinata - gli fa eco il sottosegretario all'Interno Stefano Candiani (Lega) -, garantendo a ciascuna persona il diritto di potersi difendere rispetto a una aggressione sopratutto se in casa o sul posto di lavoro».

A proposito di questa proposta Forza Italia parla però di una «montagna che ha partorito un topolino» (con riferimento alla «mediazione dei grillini che avrebbe

snaturato il senso della proposta), mentre il Pd, per voce di Debora Serracchiani, avanza forti perplessità sui rischi che una simile legge possa significare soprattutto «mettere in mano a ognuno degli italiani una pistola».

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