Eccesso colposo di legittima difesa. È il reato che la procura di Napoli contesta al poliziotto che all'alba di domenica ha ucciso Luigi Caiafa, un ragazzo di 17 anni, nel tentativo di sventare una rapina in via Duomo, all'angolo con via Marina, a Napoli.
Si tratta di un atto dovuto, in previsione dell'autopsia sul corpo della vittima, che si terrà forse già questa mattina, nel giorno della convalida del fermo del complice, Ciro De Tommaso, 18 anni, accusato di rapina, di porto d'arma per un coltello rinvenuto in tasca e per ricettazione dello scooter rubato nel corso della rapina mortale. Sarà il gip Gabriella Bonavolontà a decidere su quanto disposto dal pubblico ministero di turno, Valentina Sincero, per quest'ultimo, figlio dell'uomo conosciuto come Genny 'a carogna. All'alba di domenica Caiafa aveva perso la vita, colpito da due proiettili esplosi dalla pistola di un agente della sezione Falchi della squadra mobile. Da un primo esame esterno, secondo quanto si è appreso, i colpi avrebbero raggiunto Caiafa frontalmente nella parte alta del tronco. La rapina è stata commessa in via Duomo, all'angolo con via Marina ai danni di tre ragazzi a bordo di una Mercedes Classe A.
In base alla ricostruzione, sarebbe stato De Tommaso a puntare una pistola replica, ma priva del tappo rosso, alla testa del ragazzo che era alla guida dell'auto. Sotto minaccia i tre hanno ceduto in tutto 150 euro e due telefoni cellulari. La pistola è stata anche puntata contro i poliziotti intervenuti, dopo che si erano qualificati.
De Tommaso deve rispondere anche di ricettazione, perché era alla guida di uno scooter rubato, sottratto a un ventenne nel corso di una rapina un mese fa e di possesso di armi, perché aveva anche in tasca un coltello a serramanico con una lama di 7 centimetri. Per lui, secondo il pm, sussistono le esigenze cautelari «per la personalità criminale significativa» e ciò si evince «dalle modalità della condotta, che si è rilevata notevolmente allarmante», in quando De Tommaso e Caiafa «si erano preventivamente organizzati per commettere la rapina a bordo di uno scooter rubato».
Il padre Genny 'a Carogna è un ex capo ultrà del Napoli diventato famoso il 3 maggio 2014 per le tensioni durante la finale
di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina quando morì il tifoso Ciro Esposito. Sta scontando una condanna a 10 anni di carcere per traffico internazionale di stupefacenti e dal 2019 ha deciso di collaborare con la giustizia.
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