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Spd in testa, la Cdu (senza Merkel) in rimonta. L'azzardo dell'estrema destra può sparigliare

L'AfD in Turingia appoggia al conservatore Maassen, cacciato dagli 007

Spd in testa, la Cdu (senza Merkel) in rimonta. L'azzardo dell'estrema destra può sparigliare

L'eredità storica della Kanzlerin non poteva avviarsi a fine più enigmatica: impossibile scrivere un testamento politico efficace nonostante le prove tecniche di passaggio di consegne al timone del partito conservatore tedesco (oggi nelle mani del candidato alla cancelleria Armin Laschet, fedelissimo di Angela Merkel eletto a gennaio segretario della Cdu, i cristiano-democratici). Troppo timida (e a tempo quasi scaduto), la risalita nei sondaggi. Infine, a complicare la transizione, una scheggia impazzita dell'armata merkeliana, in corsa per un seggio in Turingia, l'ex capo dei Servizi Hans-Georg Maassen, che alla vigilia del voto di domenica incassa l'endorsement dell'estrema destra, lasciando campo libero alle illazioni dei socialdemocratici su una presunta deriva estremista dei conservatori.
Alla vigilia del voto federale, la domande possibili restano quindi due: chi prenderà il posto della Merkel? Chi vincerà tra Cdu e Spd? Gli ultimi sondaggi confermano i socialdemocratici della Spd in testa al 25% con Olaf Scholz candidato cancelliere, seguiti dai conservatori della Cdu/Csu al 23%. Gli elettori conservatori sembrano titubanti nell'indicare una ben definita rotta per il post Merkel, affidandosi a un suo clone maschile. La fluidità regna sovrana, tra mille incognite e variabili.
Tutti i protagonisti sono consapevoli dello scenario più probabile: quasi certamente, si dovrà formare una grande coalizione per governare come avviene da anni in Germania, pur nelle sue sfaccettate declinazioni. I conservatori post-Merkel sperano nel miracolo delle ultime 48 ore; secondo i sondaggisti di Kantar e Yougov, la Cdu della cancelliera guadagna infatti un punto rispetto alla settimana precedente, riducendo il distacco dai socialdemocratici. A ormai due notti dal voto che conta, che segna la fine del cancellierato Merkel e pure l'inizio di una nuova fase tedesca in seno all'Unione europea, non sembra pagare la proposta degli ecologisti. Nei sondaggi, i Verdi guidati dalla candidata Annalena Baerbock (accusata di «aggiustamenti» al curriculum e gaffe sui numeri) sono crollati: dati oggi tra il 14% (Yougov) e il 16,5% (Fgw). Per le elezioni del Bundestag, hanno al centro del programma l'aumento degli investimenti pubblici, circa 50 miliardi di euro l'anno per i prossimi dieci anni, e azioni per la tutela del clima che già si preannunciano non a costo zero; a partire dal prezzo della benzina. Ancor più dietro, i Liberali del Fdp, all'11%, appaiati all'estrema destra tedesca nel pallottoliere della vigilia: l'AfD, infatti, oscilla tra l'11 (Kantar) e il 12% (Yougov), seguita dalla sinistra massimalista Linke dal 6% al 7%.
A smuovere qualcosa sono però le indicazioni dell'ultima ora giunte dall'AfD, a favore di Maassen in Turingia. L'AfD ha infatti invitato i sostenitori di «Alternativa per la Germania» a dare il loro primo voto a «un candidato con spina dorsale ed esperienza». La ministra dell'Istruzione dello Schleswig-Holstein, Karin Prien (Cdu), ha invece fatto campagna per il candidato Spd in Turingia, il campione olimpico Ullrich, avversario locale di Maassen.

Tra caos, schermaglie interne e dita incrociate, e il voto per corrispondenza di Angela Merkel.

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