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La spending review salva la barberia della Camera

Il servizio di coiffeur della Camera rimane. Saranno ridotti solo gli orari e i barbieri che però continueranno a prendere stipendi d'oro...

La spending review salva la barberia della Camera

La barberia della Camera si salva dalla spending review. Ma solo fino a un certo punto. I deputati non dovranno rinunciare al servizio di coiffeur allestito nell'apposito salone in stile Liberty, ma, su iniziativa del questore di Scelta civica Stefano Dambruoso, è stata decisa una riduzione sia di orari che dei dipendenti. Una scelta che permetterà alla Camera di spendere ogni anno circa 150 mila euro in meno per assicurare il servizio di parrucchiere interno ma che, in realtà, non porterà un risparmio rispetto allo stato attuale.

Secondo il progetto dei questori i barbieri dovrebbero passare da 7 a 4 e il salone potrebbe restare chiuso il pomeriggio. Gli altri tre barbieri continuerebbero a lavorare per la Camera dei deputati in qualità di commessi, come è già avvenuto per gli ex addetti alla buvette. Tutti e sette i dipendenti manterebbero il loro attuale stipendio che varia in base all'anzianità di servizio e perciò la spesa annua della Camera rimarrà quasi invariata. Si tratta della solita operazione mediatica di facciata per un servizio che, attualmente costa alla Camera ogni anno circa 500mila euro, a fronte di un introito di circa 92mila euro.

Alla barberia possono accedere anche donne, collaboratori parlamentari e giornalisti non iscritti all'Associazione stampa parlamentare spendendo cifre praticamente irrisorie rispetto ai saloni dei parrucchieri del centro della Capitale. Per messa in piega+shampoo si spendono solo 18 euro così come per un taglio+shampoo. Il solo taglio dei capelli costa 15 euro, mentre per la barba o per un semplice shampoo si spende 8 euro.

Se si desidera una frizione extra basta aggiungere 6 euro.

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