Speranza, ministro dimezzato che divide la maggioranza

Il premier lo ha elogiato ma ha bocciato la sua linea. Scontro con Giorgetti che lo infilza: "Chi rappresenti?"

Speranza, ministro dimezzato che divide la maggioranza

«Chiedere la rimozione di Roberto Speranza non è lesa maestà». Fratelli d'Italia continua la sua offensiva per chiedere la rimozione del ministro della Salute. Una richiesta motivata da quella che viene definita come una gestione disastrosa della pandemia e da una serie di scelte opache su cui viene invocata chiarezza. Per dare forza al tentativo solitario il partito di Giorgia Meloni lancia una petizione popolare in supporto alla mozione di sfiducia da sottoscrivere all'indirizzo internet: SfiduciamoSperanza.it. E rispedisce al mittente le critiche piovute da più fronti per aver messo in discussione il ministro.

Se il tentativo di Fratelli d'Italia ha una valenza politica e non ha alcuna possibilità di riuscita, inevitabile è invece la lettura nell'ottica del derby con la Lega, il partito comprensibilmente più in difficoltà rispetto alla sconfessione del ministro. Salvini in realtà non ha avuto in passato cattivi rapporti con Speranza, scegliendo di mettere nel mirino Giuseppe Conte e la sue gestione dell'emergenza. È chiaro però che non può apprezzare la sua linea rigorista sulle riaperture. Secondo un retroscena riportato da La Stampa tra Giorgetti e Roberto Speranza ci sarebbe stato un vero e proprio scontro. «Noi dobbiamo rispondere a chi non ce la fa più. Noi della Lega rappresentiamo certi mondi economici, tu chi rappresenti?», lo avrebbe apostrofato il ministro dello Sviluppo Economico. «Così non solo non reggo io, che comunque in questa maggioranza ho messo la faccia, non regge il Paese. Allora diciamolo che il nodo è Salvini. Ma sappiate che così non riuscirò più a tacitare le polemiche». Mario Draghi avrebbe mediato, optando poi per l'assunzione del «rischio ragionato» con il ritorno alla scuola in presenza e la riapertura delle scuole.

Di certo non aiuta a sedare gli animi e pacificare gli umori la raccolta firme promossa da attori e cantanti a favore del ministro della Salute, all'insegna dello slogan «iostoconroberto», sortita ideologica vecchio stampo che finisce per approfondire il solco e creare le opposte fazioni. Fatto sta che Matteo Salvini da Palermo lancia il suo affondo. «Speranza si è accorto dopo un anno, che all'aperto si rischia meno che al chiuso. Meglio tardi che mai. Evidentemente hanno dovuto spiegarglielo più volte». E poi rivendica i risultati raggiunti. «Raddoppio soldi per Partite Iva e imprese, da 20 a 40 mld. Fatto. Riapertura bar, ristoranti, attività sportive, economiche e culturali all'aperto entro aprile. Fatto. Prossimi obiettivi: anticipare riaperture al chiuso e cancellare il coprifuoco delle 22. Avanti, non si molla». Se la Lega lancia stoccate al ministro, Forza Italia non rinuncia a mantenere un profilo critico. «Complimenti a Draghi che è riuscito a dimostrarsi un abile politico. Ha portato accanto a se nella conferenza stampa Speranza per confortarlo dopo averlo sostanzialmente sfiduciato facendo prevalere tante proposte di ministri di Forza Italia e della Lega» dice Maurizio Gasparri. «La linea di Speranza è stata stra-bocciata. Si procede verso una progressiva e graduale riapertura, una scelta indispensabile».

Antonio Tajani, però, ribadisce che Forza Italia non è e non sarà favorevole alle mozioni di sfiducia individuali ma «sul fatto che siano stati commessi molti errori in passato e che nel ministero della Salute ci siano molte cose da cambiare siamo d'accordo. In questo momento però è importante concentrarsi per sconfiggere il virus e favorire la ripartenza. Finita l'emergenza faremo quanto necessario per accertare le responsabilità».

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