Spese militari e Starlink. Mattarella vedrà Meloni

Giovedì al Quirinale il Consiglio supremo di Difesa. Il nodo del 2% del Pil e il punto sui satelliti di Musk

Spese militari e Starlink. Mattarella vedrà Meloni
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Al Quirinale la definiscono una semplice riunione di routine, ma è difficile non cogliere come il Consiglio supremo di difesa convocato da Sergio Mattarella per giovedì prossimo finisca per cadere in un momento delicatissimo dal punto di vista dei temi sul tavolo e alla vigilia di una serie di importanti appuntamenti internazionali. Dal vertice della Comunità politica europea che si terrà a Tirana il 16 maggio, al summit della Nato in programma a L'Aia il 24 e 25 giugno, seguito il giorno successivo a Bruxelles dal Consiglio europeo. Insomma, il momento giusto per Mattarella per fare il punto con i vertici del governo. Il Consiglio di difesa, infatti, è presieduto dal capo dello Stato e composto dal presidente del Consiglio, dai ministri di Esteri, Difesa, Interno, Economia e Imprese e dal capo di stato maggiore della Difesa. I temi che tratterà sono elencati dettagliatamente nella convocazione della riunione in programma al Colle il pomeriggio dell'8 maggio. L'ordine del giorno prevede infatti «le valutazioni sul Libro bianco della difesa europea, sulle infrastrutture strategiche nazionali, sull'adeguamento dello strumento militare e le prospettive per l'industria della difesa italiana». Inoltre, conclude la nota, «il Consiglio esaminerà l'evoluzione nelle principali aree di crisi con particolare riferimento ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente».

Tanti, dunque, i dossier sul tavolo. A cominciare dall'annosa questione del portare le spese militari al 2% del Pil, come ci chiedono da tempo i partner della Nato e in particolare gli Stati Uniti. Un tema su cui è tornato Donald Trump in occasione dell'incontro alla Casa Bianca con Giorgia Meloni. Sul punto il governo non sembra intenzionato a frenare, nonostante le note perplessità di Matteo Salvini e i problemi di bilancio sollevati più volte dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Meloni, infatti, proprio nello Studio Ovale e a favore di telecamere ha confermato che l'Italia arriverà al 2%. E a margine del congresso del Ppe a Valencia il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto un passo in più dicendo che «l'Italia annuncerà di aver già raggiunto il 2% del Pil al vertice della Nato» di fine giugno. Non è un caso che sul tema, nonostante i distinguo della Lega e un'opposizione ondivaga, al Colle non si respiri alcuna preoccupazione.

A differenza, forse, del punto che nell'ordine del giorno del prossimo Consiglio supremo di difesa va sotto «infrastrutture strategiche nazionali». Che, neanche troppo tra le righe, si legge Starlink. L'Italia - soprattutto al Sud - ha evidentemente un problema con la banda larga e la rete satellitare di Elon Musk potrebbe risolverlo in tempi brevissimi. Con il rischio, però, di mettere il Paese nelle mani di Mister Tesla e consegnare un'infrastruttura strategica a un privato cittadino che peraltro vive dall'altra parte dell'Oceano. Sul punto Mattarella nutrirebbe forti perplessità, come peraltro si può evincere dalle sue durissime critiche agli «oligarchi della rete».

Il governo, invece, non ha ancora preso una posizione netta. Anche se il sottosegretario con delega all'Innovazione Alessio Butti (Fdi) ha più volte detto che l'ipotesi è in campo, mentre Salvini non ha esitato a caldeggiarla apertamente.

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