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Spiagge, perplessità del Quirinale sulle proroghe

Lavori a rilento: il Colle non gradisce la contrapposizione con l'Unione sulle concessioni

Spiagge, perplessità del Quirinale sulle proroghe

Sembrava cosa fatta e invece qualche intoppo c'è. Ieri si è discusso in Aula sul nodo sollevato dalle opposizioni di una presunta criticità della copertura degli emendamenti sui balneari approvati al dl Milleproroghe dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato. Inizialmente si pensava che la Ragioneria generale dello Stato fosse contraria, invece durante la giornata è emerso che sulla maggioranza pesano le perplessità del Quirinale che ha fatto presenti le problematicità che riguardano sia la proroga che le farraginosità del testo.

Con un combinato disposto di tre emendamenti al decreto - dei relatori Alberto Balboni (Fdi) e Dario Damiani (Fi), di Forza Italia (prima firmataria Ronzulli) e della Lega (Marti) - le commissioni hanno approvato un'ulteriore proroga di un anno delle attuali concessioni, quindi fino al 31 dicembre 2024, data che può slittare fino al 31 dicembre 2025 per i Comuni alle prese con un contenzioso in essere o con «difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura stessa». Contemporaneamente è stato prorogato di cinque mesi, da fine febbraio a fine luglio, il termine per l'adozione del «sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubblici» (tutti e non solo le spiagge), in pratica il passo necessario per una mappatura aggiornata.

Che fosse il Quirinale a nutrire perplessità sul testo proposto dalla maggioranza lo ha sussurrato per primo fuori dall'Aula, il senatore azzurro Maurizio Gasparri, da sempre impegnato a mitigare gli effetti della direttiva Bolkestein. «Non è il Tesoro a essere contrario, è il Quirinale», ha detto. E il Colle, in effetti, non ha smentito. In serata il ministero dell'Economia ha chiarito che in merito agli emendamenti approvati al decreto «in materia di concessioni, ivi incluse quelle balneari, la Ragioneria generale dello Stato non ha formulato rilievi in ordine alla copertura finanziaria degli stessi».

La proroga delle concessioni balneari espone il Paese a una messa in mora da parte della Commissione europea in un momento in cui non vi è interesse a uno scontro con Bruxelles in quanto il dialogo verte sulla rimodulazione del Pnrr. «Adesso hanno questa proroga, il ministro Fitto andrà in Europa e vedremo quello che possiamo fare, però, tutti hanno la certezza che stiamo con loro, con le 30mila aziende balneari che spesso sono famiglie», ha commentato il ministro del Turismo Daniela Santanché. Anche dopo il via libera del Senato alla proroga di un anno delle concessioni balneari - che Santanché ritiene «un attimo di respiro» per il settore - Bruxelles non pare disposta a indietreggiare sull'indizione delle gare per le concessioni.

Il Quirinale attende il testo prima di pronunciarsi sulla norma che proroga le concessioni, poi farà le proprie valutazioni, è il tam tam nella maggioranza e nel governo.

Per ora, tuttavia, l'interlocuzione è tra governo e maggioranza, poi nel momento stesso dell'ok di Palazzo Madama e della Camera si valuterà se vi saranno ulteriori passaggi, cioè se il Quirinale interverrà - come si mormora nella maggioranza - con delle raccomandazioni o addirittura rinviando il testo alle Camere. Perché se da una parte, come osserva un esponente di spicco di Fdi, il governo e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni non hanno intenzione di aprire un fronte, dall'altra «c'è da dire che il Parlamento è sovrano».

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