Sprechi e flop di Tridico, la star dei 5s

In Calabria Conte e il Pd si affidano all'uomo che gestì il Reddito di cittadinanza

Sprechi e flop di Tridico, la star dei 5s
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Per Giuseppe Conte Pasquale Tridico "è la persona giusta per fare voltare pagina alla Calabria". Ma per il centrodestra il campo largo che sostiene l'ex presidente dell'Inps è solo "un'accozzaglia". Ma non solo, l'attuale europarlamentare è visto come uno dei simboli del M5s al potere, accusato di "spreco di denaro pubblico". Tridico, infatti, è considerato il maggiore teorico del Reddito di Cittadinanza e in questi giorni torna d'attualità anche una questione del 2020, ovvero l'aumento dello stipendio per i vertici dell'Inps disposto dai ministeri del Lavoro e dal Mef dell'epoca, quando proprio il docente calabrese era al vertice dell'Istituto. Intanto bisogna registrare l'esultanza di Conte, che è riuscito a piazzare un altro candidato pentastellato a scapito del Pd di Elly Schlein. "Pasquale è la persona giusta per far voltare pagina a una regione troppo spesso ostaggio di dinamiche clientelari. La sua candidatura per la presidenza della Regione Calabria è il punto di partenza per il lavoro di una coalizione seria", si appunta la medaglia al petto l'ex premier. Mentre il centrodestra va subito all'attacco della coalizione modello l'Unione di Romano Prodi che sostiene Tridico in Calabria. "Da Azione a Rifondazione Comunista, con in mezzo renziani, grillini, socialisti e ogni ex senza più una patria politica: popcorn. I calabresi, ne siamo straconvinti, non si faranno fregare dalla sinistra e da questa accozzaglia", spiega la consigliera regionale di Forza Italia Pasqualina Straface. "Conte e il M5s hanno governato e hanno fallito su tutto. La Calabria merita di meglio", rilanciano da FdI.

E, da Roma alla Calabria, contestualmente alla candidatura Tridico, tornano alla ribalta le polemiche che lo hanno accompagnato durante la sua stagione alla guida dell'Inps. Una su tutte: l'aumento di stipendio da presidente dell'Istituto previdenziale, carica ricoperta dall'aspirante governatore dal 2019 al 2023. È settembre 2020, quando lo stipendio di Tridico diventa un caso. Il governo è quello M5s-Pd guidato da Conte. A lanciare l'indiscrezione è Repubblica, che dà conto di un decreto interministeriale dei ministri Nunzia Catalfo e Roberto Gualtieri, in cui viene stabilito che il compenso del presidente passa da 62mila euro annui a 150mila, con effetto retroattivo. L'Inps, di fronte alla bufera, smentisce a metà: "Nessun compenso retroattivo". Mentre, all'epoca, sia Conte sia Luigi Di Maio promettono verifiche, Tridico reagisce adirato, dice di sentirsi "infangato" e spiega che "non è nei poteri del presidente o di qualsiasi altro organo dell'Istituto determinarsi i compensi". Dal governo dicono che le procedure per l'aumento degli stipendi erano iniziate con l'esecutivo precedente, quello M5s-Lega. Resta il dato politico. Così come restano i flop del Rdc. Dall'ex brigatista Federica Saraceni ai detenuti che percepivano l'assegno. Il tutto per oltre 29mila denunciati per illeciti collegati allo strumento tra il 2021 e il 2022 e 1,7 miliardi di "buco" per i conti dell'Inps dovuti a pagamenti indebiti o irregolari o non recuperati sul Rdc, ipotizzati l'anno scorso dalla Corte dei Conti. Ma adesso Tridico, in un'intervista al Fatto, rilancia: "Ora il Reddito di dignità".

Da presidente dell'Inps, ai tempi del Covid, l'aspirante governatore

calabrese era finito al centro delle critiche anche per i ritardi nei pagamenti della Cig e per il caos del click day per i bonus. Nonostante ciò, Tridico è sbarcato prima a Bruxelles e ora sfida Roberto Occhiuto in Calabria.

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