Interni

Spunta l'ombra dei servizi segreti stranieri. Tajani: "Capire subito chi dava gli ordini"

Il ministro: "Schedati tanti cittadini comuni". Gelmini: "Sicurezza in pericolo"

Spunta l'ombra dei servizi segreti stranieri. Tajani: "Capire subito chi dava gli ordini"

Ascolta ora: "Spunta l'ombra dei servizi segreti stranieri. Tajani: "Capire subito chi dava gli ordini""

Spunta l'ombra dei servizi segreti stranieri. Tajani: "Capire subito chi dava gli ordini"

00:00 / 00:00
100 %

Antonio Tajani (nella foto) ha un dubbio: se dietro al dossieraggio ci fossero servizi segreti stranieri? Qualche giorno fa il vicepremier e ministro degli Esteri aveva parlato di «Grande Fratello», ora usa il termine del gergo mafioso «Cupola». Dice a Mattino 5 che si deve scoprire che cosa c'è dietro l'inquietante vicenda: «Non credo che sia un sottufficiale della Finanza il regista di tutta questa operazione di dossieraggio. Forse è stato utilizzato da qualcuno da cui riceveva ordini. Bisogna capire qual è la Cupola: una persona, un gruppo, per quali fini? Pasquale Striano lavorava a contatto stretto con l'antimafia, con l'ex procuratore Cafiero de Raho, ha seguito per lui tante indagini. Bisogna capire chi gli dava gli ordini e a che fine venivano utilizzate informazioni sensibili.

Se erano finalizzate a fare un regalo alla stampa forse anche, oppure potevano essere utilizzate da servizi stranieri?».

Parole pesanti e non sono improvvisate, perché anche più tardi, in un punto stampa ad Avezzano a conclusione della campagna elettorale in Abruzzo, il segretario nazionale di Forza Italia insiste sul punto: «È necessario scoprire la verità e una commissione d'inchiesta sulla vicenda del dossieraggio è un'opzione da valutare». Poi aggiunge che il capo della procura di Perugia Cantone e il procuratore nazionale antimafia Melillo potranno «già dirci molto», ma comunque «è preoccupante quello che è successo, anche perché non c'erano solo politici ma anche tanti cittadini normali».

Sulla vicenda Tajani era intervenuto già due giorni fa al Congresso del Ppe a Bucarest. Una vicenda, diceva, «che ha veramente dell'incredibile perché mi pare che in un Paese democratico sia inaccettabile che qualcuno vada a rovistare, violando la legge, nelle vicende private di centinaia e centinaia di persone, non solo politici, uomini d'affari, uomini di sport, protagonisti della società. Per fare che cosa? Chi è il regista? C'è un Grande Fratello?».

Di servizi segreti stranieri parla ora anche Mariastella Gelmini, portavoce di Azione. «La sicurezza nazionale è in pericolo. Siamo di fronte al più grande buco sui dati sensibili mai verificatosi dall'inizio della storia repubblicana ad oggi. Alla mercé di funzionari di Stato infedeli, arrotondatori di stipendi e probabili incursioni di servizi segreti stranieri». La senatrice sottolinea che «la falla del sistema ovviamente ha avuto una eco come l'acqua nello stagno proprio a causa della collaudata cinghia di trasmissione tra Pm e giornalisti», aspetto denunciato «forte e chiaro» sia da Melillo che da Cantone, per mettere in guardia parlamento e istituzioni.

«A maggior ragione - conclude Gelmini- è essenziale che si faccia luce su nomi e cognomi di chi sta dietro a queste macchinazioni eversive che minano al cuore la nostra democrazia».

Commenti