M atteo Salvini è brutto e cattivo. Sempre e comunque. Poco importa se sabato a Bologna è stato aggredito e la sua auto sfasciata a pietrate e cinghiate. Il cattivo resta lui. Anzi, cattivissimo. Perché invece di porgere l'altra guancia, magari fermandosi, scendendo dall'auto anziché fuggire (vigliacco eh) per prendersi quei quattro schiaffi che si meritava da quei bravi ragazzi dei centri sociali, è scappato e ha gli ha pure investiti. Cattivo, cattivissimo e pure propenso a fare la vittima, perché ha avuto l'adire di raccontare che se si fosse fermato invece di fuggire lo avrebbero linciato.
Questa potrebbe essere la versione dei fatti ufficiali. Almeno a leggere i quotidiani in edicola ieri. Già perché secondo la stampa orientata a sinistra o giù di lì, Salvini se l'è quantomeno cercata e le vere vittime sono quei poveri ragazzi che civilmente lo contestavano. Massi e cinghiate sono dettagli. Come un dettaglio è che un cronista che si trovava sul posto sia stato circondato e picchiato, finendo in ospedale con un gomito fratturato. Il cattivo, cattivissimo, è sempre e comunqe Salvini.
Il Fatto Quotidiano non ha dubbi e titola e tutta pagina: «Salvini provoca e gli sfasciano l'auto. Antagonisti investiti». Tradotto. Gli sta bene, quei ragazzi hanno fatto bene e, poverini, sono anche stati investiti. Fedele ricostruzione dell'accaduto. Come quella di Repubblica . «Salvini, blitz a Bologna scontro con i centri sociali, ragazzi investiti con l'auto». Scontro, termine ben diverso da aggressione. Fortuna che le immagini video raccontano un'altra verità. Anche l' Huffington Post , sempre gruppo l'Espresso, lancia la notizia scrivendo «Matteo Salvini accerchiato dai centri sociali che salgono sul tetto della sua macchina. Lui sgomma via, loro: Ci ha investito». Ovvio no? Salti su un auto in corsa mentre la colpisci con quello che trovi e, alla fine, quei bruti ti investono. Come per magia la vittima, diventi tu.
D'altra parte già pochi minuti dopo l'accaduto, le dichiarazioni di solidarietà, puramente di facciata, da parte di esponenti di centrosinistra erano ben lontane dall'essere «senza se e senza ma», come avrebbero invece preteso a parti invertite. Anzi. I «ma» e i «però» abbondanavano nelle frasi dei vari Bonaccini, Fassina, Moretti e soci. Dai più classici «ma lui provoca» ai finti moderati «però abbassi i toni», ecco che a ben vedere Salvini se l'è cercata. E chissà quanti avrebbero goduto nel vedere colpito anche il leader leghista e non soltanto l'auto che lo trasportava. Solidarietà con distinguo e accuse anche da quelli dell'Ncd («Chi semina vento...», ha detto il senatore Giuseppe Esposito), preoccupati che il loro leader Alfano, già zoppicante, finisse nel mirino. «La richiesta di dimissioni da parte della Lega Nord avviene più volte al giorno tutti i giorni, non mi pare una novità politica», ha commentato il ministro dell'Interno alle accuse leghiste.
Intanto ieri quel cattivone di Salvini, scevro da ogni vergogna o rimorso, ha continuato a provocare in quella che lui suole chiamare campagna
elettorale. E tornando sui fatti di Bologna ha detto: «Il confronto delle idee è un conto. La violenza e sfasciare una macchina è un'altra». Parole dure, provocazioni inaccettabili. Almeno avesse preso quattro schiaffi...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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