La prima stangata di Conte è su merendine e voli aerei

Il premier definisce «praticabile» l'idea di un prelievo «etico» su snack, bibite zuccherate e biglietti aerei

La prima stangata di Conte è su merendine e voli aerei

I primi assaggi della manovra lasciano presagire un pasto fiscale pesante e indigesto per i contribuenti italiani e un autunno di tasse e balzelli. Giuseppe Conte arriva alla Festa di Atreju sull'Isola Tiberina in compagnia del figlio («Oggi è il mio turno, sono il papà, dove lo lascio?») e incassa il plauso di Giorgia Meloni che accogliendolo gli dà atto di essere stato coraggioso nell'accettare l'invito a confrontarsi con una platea fisiologicamente ostile. Lo stesso premier al suo arrivo scherza: «Giorgia, dì la verità, pensavi non venissi, vero?».

Esauriti i convenevoli di un incontro che si sviluppa in un clima molto civile e all'insegna di un reciproco rispetto - grazie anche all'attenzione che tutti i dirigenti di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli in testa, mettono affinché nessuno esageri nelle contestazioni - Bruno Vespa incalza il presidente del Consiglio sui temi economici. L'urgenza è quella di una Finanziaria che possa metterci al riparo dalle clausole di salvaguardia e dall'aumento dell'Iva. «Le scadenze ci impongono di partire a razzo per trovare la quadra dei conti», dice Conte. «Il vero risultato sarà evitare l'incremento dell'Iva. Un suo aumento potrebbe comprimere ulteriormente la domanda interna. Nella manovra potremo solo dare dei primi significativi assaggi del progetto politico. Ho preteso, ad esempio, asili nido gratuiti per famiglie con redditi medi e bassi. Ci sarà molto da fare nell'immediato, anche se un progetto riformatore ha bisogno di un arco temporale di almeno 2 o 3 anni».

Una prima trovata è quella messa in campo dal ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che ha proposto di tassare le merendine, le bibite gassate e i biglietti aerei (di un euro quelli nazionali, di un euro e 50 quelli internazionali) per finanziare la scuola. Una sortita non isolata visto che il governo potrebbe prenderla seriamente in considerazione. «Mi pare praticabile», dice Conte rispondendo alla domanda di Vespa sulla proposta. Interventi dal sapore più o meno originale (i biglietti aerei sono già molto tassati come ricorda il Codacons), ma che difficilmente basteranno a riempire le casse dello Stato e saranno inevitabilmente accompagnati da altre misure fiscali. Con Matteo Salvini che subito lancia la sua stoccata: «Quando c'è da tassare a sinistra si eccitano e superano i confini del ridicolo. Questi sono senza speranza».

Sul fronte della programmazione economica, Conte ha spiegato che il governo è concentrato su una «riduzione della spesa improduttiva» e a «riordinare il sistema delle tax expenditure sulle famiglie». Poi ha ricordato che «stiamo avendo ottimi risultati nel 2019 dalla digitalizzazione dei pagamenti, cioè nel rendere più trasparente l'intero processo, incentivando chi utilizza le carte di credito». Quindi una ulteriore stretta sul contante e la consueta lotta «ai grandi evasori» perché «se pagano tutti, paghiamo tutti meno».

Ma di quante risorse avrà davvero bisogno il governo per finanziare la prossima legge di Bilancio? A questa domanda prova a rispondere Renato Brunetta, responsabile economico di Forza Italia. «La verità è che il nuovo esecutivo sa già che i contorni della manovra sono già stati delineati da diversi mesi.

L'esecutivo ha preso quattro impegni con la Commissione per evitare la procedura d'infrazione: realizzare subito una manovra correttiva in concomitanza con il bilancio di assestamento di metà anno per riportare il rapporto deficit/Pil al 2,04% per il 2019; ridurre il deficit strutturale in futuro; realizzare una seria operazione di spending review e di taglio delle tax expenditure nella successiva manovra finanziaria per evitare l'aumento dell'Iva».

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