Roma - Tenta di rapire una bambina sotto gli occhi dei genitori, ha precedenti penali e ha violato il provvedimento di espulsione. Fermato e rilasciato. Poi di nuovo fermato e alla fine rilasciato. Onorevole Carfagna: la giustizia italiana è schizofrenica?
«Questa vicenda se non fosse tragica sembrerebbe davvero un paradosso. L'uomo è stato rilasciato perché il reato di tentato sequestro non prevede il fermo. Ma il sequestro non è avvenuto solo perché il padre della bambina ed altre persone lo hanno impedito. Capisco le ragioni del diritto, ma a volte il buon senso e la sicurezza della comunità dovrebbero prevalere. Gli abitanti di Vittoria hanno vissuto giorni di terrore e uno Stato, uno Stato di diritto, questo non dovrebbe permetterlo. In più non stiamo parlando di un incensurato, ma di una persona con precedenti che si trova in Italia illegalmente».
Anche per il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, è necessario rendere effettive e più veloci le espulsioni.
«Servono rigore ed efficienza. La magistratura deve essere rigorosa ed inflessibile soprattutto in casi come quello dello sventato sequestro, perché di questo si tratta. Ci sono situazioni in cui non si può prescindere dalla severità e non si può essere indulgenti. E le espulsioni devono essere effettive, non solo di forma. Sarebbe bello se il vertice di Ventotene, l'ennesimo di una lunga serie, promuovesse politiche veramente efficienti di contrasto all'immigrazione clandestina a partire da un sistema europeo di rimpatri. Ma da quanto tempo ne parliamo?».
Che cosa deve cambiare nella gestione del fenomeno migratorio?
«A prescindere da questi episodi, andrebbe ripensato tutto il sistema di gestione dei flussi migratori. L'Europa continua a lasciare l'Italia da sola a gestire il problema e questo non è più accettabile. La situazione sta diventando insostenibile ed è sempre più difficile coniugare solidarietà e sicurezza, umanità e rigore. Gli sbarchi vanno limitati e monitorati. Serve un controllo delle coste che sia gestito dalla comunità europea e un piano per ricollocare i migranti che non sia la presa in giro promossa da Juncker un anno fa. E serve finanziare il Migration Compact. Ma mi sembra che i cordoni della borsa europea si siano allentati solo per l'accordo con la Turchia. Forse perché in gioco c'erano principalmente gli interessi tedeschi?».
Da ministro per le Pari Opportunità ha portato all'approvazione la legge sullo Stalking. Ma la normativa italiana continua ad apparire inadeguata. È sempre un problema di legge o anche del modo in cui i giudici la applicano?
«Ribadisco che serve rigore. Come ho detto prima per il caso di Vittoria, anche per i reati contro le donne bisogna essere severissimi e applicare tutte le misure cautelari di cui la magistratura dispone. Muovendosi così forse si possono salvare delle vite. Gli strumenti legislativi ci sono, vanno solo applicati».
La violenza che colpisce le donne è in continuo aumento. Perché?
«Dobbiamo innescare una rivoluzione culturale, partendo dal presupposto che la parità tra uomo e donna è un principio imprescindibile e basilare della nostra civiltà. Agire fin dall'infanzia e dall'adolescenza è uno degli strumenti che possediamo. Ancora non capisco perché la settimana contro la violenza nelle scuole, che avevo istituito con Mariastella Gelmini, quando ero Ministro per le Pari Opportunità sia stata sospesa. Sicuramente non risolveva tutti i problemi, ma era efficace nel dare consapevolezza della situazione».
Pensa che l'azione del governo sia stata debole rispetto alla questione della violenza?
«Debole? Direi più che altro inesistente. Per più di due anni è stato tutto fermo, bloccato, non era stata assegnata neanche la delega per le Pari Opportunità. Di cosa stiamo parlando? Del nulla. Anche il ministro Boschi, che ha la delega da maggio, fino ad oggi non ha fatto niente di significativo.
Ma la violenza di genere, i femminicidi non si fermano mica. Ci sono delle priorità ed evidentemente il contrasto di quella che è una piaga del nostro Paese, secondo i dati del Viminale un omicidio su tre è un femminicidio, non lo è per il nostro Governo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.