Stazione ostaggio di balordi e ubriachi «Appena fa buio c'è da avere paura»

I timori dei pendolari di chi lavora ogni giorno nella giungla della Centrale Il presidio delle forze dell'ordine è visibile, ma di sera ci si sente in pericolo

C' è chi sta sopra e chi sta sotto. Come chi a destra e chi a sinistra. Ogni luogo della in Stazione Centrale ha ritmi e regole diverse. L'unico aspetto su cui concordano più versioni di commessi, bigliettai, tassisti e turisti è la percezione di insicurezza vissuta quando cala il sole. E la presenza sempre più molesta di gruppi di maghrebini dediti alla bottiglia. La recente aggressione da parte di un italiano di origini marocchine ai danni di un agente della Polfer e di due militari ha riacceso l'attenzione politica e mediatica sul controllo che le forze dell'ordine operano dentro e fuori lo scalo ferroviario milanese.

Se si parla con chi lavora nelle boutiques della Galleria delle Carrozze la questione sicurezza sembra non esistere. Anzi. Marco, commesso del punto vendita di Victoria's Secret, sottolinea i metodi «forse troppo spettacolari» per la retata di pochi giorni fa: «Io mi ricordo come era la stazione anni fa e possiamo dire che sono stati compiuti dei passi da gigante, la galleria in particolare è molto presidiata». I suoi colleghi del negozio Calvin Klein spiegano che dell'aggressione «non ci siamo proprio accorti se non perché abbiamo visto movimento». E per quanto riguarda la sicurezza rispondono: «La stazione non è peggio di altre zone di Milano».

Scendendo sotto il livello della strada già la musica cambia. Uomo o donna non fa differenza: l'ansia c'è in molti esercizi commerciali. «Fuori ormai è impossibile passare - spiega un responsabile del punto vendita Desigual - a me è capitato di venire di sera o notte per alcuni problemi del negozio e ho sempre chiesto a polizia ed esercito di scortarmi». Giada da dietro il bancone di Celio si sfoga: «È normale che per fumare una sigaretta io non possa salire? È pieno di ubriachi che spesso sono armati di coltello, spero proprio che facciano qualcosa, la retata dell'altro giorno hanno fatto bene a farla, quando lavoro la sera ho paura». Non mancano neanche qui però le persone più tranquille come Giorgia, commessa di Iyves Rocher, che racconta di aver visto abbastanza di frequente «ladri inseguiti dalla sorveglianza». «Ma i controlli ci sono», sottolinea.

Per i bigliettai dei bus diretti o in arrivo dagli aeroporti la vita cambia a seconda del lato. A sinistra, dove ci si imbarca per Malpensa, c'è qualche ladruncolo. Più gruppi di maghrebini che spesso si azzuffano dopo aver tracannato litri di birra. «Da questa parte stiamo abbastanza tranquilli - racconta Alessandro, 36 anni - anche se avendo sempre i soldi e i biglietti addosso un po' di preoccupazione ce l'hai, soprattutto la sera dopo le 22».

A destra invece è tutto un altro mondo a sentire i bigliettai: «Chi dice che va tutto bene ha le fette di salame sugli occhi - afferma Alessandro, 22 anni - negli ultimi giorni ho fatto togliere una mazza di legno a uno che aveva anche la catena girata intorno al pugno». Ivan, 42 anni, insiste sulla questione serale: «Per ora non sono successe cose gravi, giusto diverse discussioni con ubriachi e sbandati, ma la notte è invivibile». Anche tra i tassisti, quelli abusivi compresi, torna la divisione tra chi vive come un problema la presenza di migranti e chi no.

Mentre tra i turisti non sembrano esserci percezioni di particolare insicurezza se non nelle ore serali. «È come tutte le altre stazioni», risponde Gemma. «L'impressione è che non ci sia copertura nelle ore serali», spiega invece Alberto, fiorentino spesso a Milano per lavoro.

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