Bandiere contro. Un'altra volta. Il 25 aprile è un nervo scoperto e Milano non riesce a consegnarlo alla storia. L'anniversario della Liberazione non fa che riaccendere scontri e contestazioni. Da sempre il suo ricordo viene usato da una parte della sinistra contro un'altra - e contro tutti i moderati, basti pensare ai fischi che hanno accolto negli anni scorsi i rappresentanti delle istituzioni, dal sindaco Letizia Moratti al presidente della Regione Roberto Formigoni.
La novità è che da qualche anno questo «fascismo degli antifascisti» viene rivolto addirittura contro le principali vittime del Nazifascismo, vale a dire gli ebrei. Resta come una macchia la contestazione ai reduci dei campi di sterminio in piazza Duomo. Ed è diventata triste consuetudine l'insulto alla Brigata ebraica da parte delle frange più esagitate dei centri sociali e dell'autonomia (ma anche qualche nostalgico sessantottino si è fatto notare con la bava alla bocca). È dal 2003 infatti che a Milano sfilano nel corteo del comitato antifascista le insegne della formazione partigiana di ebrei, che fu inquadrata nell'esercito britannico e combattè valorosamente per liberare l'Italia. Negli anni scorsi la Brigata ebraica era stata accompagnata da autorevoli esponenti delle istituzioni prevalentemente appartenenti a Forza Italia. Stavolta sarà il Pd (che le ha dedicato un convegno) a scortarne le bandiere: «Il Pd si è fatto avanti - spiega Davide Romano, della comunità ebraica, che ha avuto il merito di ripescare questa pagina gloriosa di storia - E noi laicamente siamo molto contenti se qualcuno ci riconosce. Se Forza Italia ci dicesse: per l'anno prossimo ci prenotiamo, noi ne saremmo felici. Ci teniamo molto a non farci strumentalizzare».
L'anno scorso una dichiarazione del coordinatore dei centri islamici, Davide Piccardo, innescò un putiferio, tanto che anche gli assessori comunali furono costretti a prendere le distanze. «Andare alla manifestazione del 25 aprile con la bandiera israeliana significa insultare la resistenza» disse. Ora Piccardo tiene la Brigata ebraica fuori dalle polemiche, ma su Israele non intende arretrare: «La Resistenza - spiega - non deve essere chiusa in un museo e io credo che i valori della Resistenza oggi siano incarnati nel causa del popolo palestinese e nella sua resistenza all'occupazione militare israeliana. Oggi non c'è una causa più vicina di questa ed è giusto che sia presente anche un richiamo ai diritti e alla causa palestinese».
Bandiere? «Certo, spero che ci sia una presenza». Ma per molti, compreso Umberto Eco, il nuovo Nazismo si chiama Isis: «Non sono d'accordo - dice Piccardo - l'Isis non c'entra. Un intellettuale come Eco poteva fare un'analisi più sofisticata».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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