Lo stile? Eleganza sartoriale. Anche nel jeans

Da Lardini a Roy Rogers il vero lusso è il taglio perfetto. E il Denim diventa raffinato

Luci Serlenga

Caro uomo, la modernità ti spaventa? Ecco un ottimo antidoto alla paura del nuovo: la certezza della sapienza sartoriale che lascia gli stretti confini della giacca e dell'abito per migrare ovunque, persino sul capo più anticonformista che ci sia: il jeans. «La parola più cool di questo momento è sartoriale» dice non a caso Brunello Cucinelli parlando dell'attitudine tutta maschile a conservare i pezzi più belli anche per anni e mixarli con molto gusto a quelli di nuova generazione. Se poi t'imbatti in «Lardini Sartoria» e resti a bocca aperta di fronte alle magnifica visione del nuovo spezzato in una serie di capi intelati, fatti cioè con le tecniche del sarto, il concetto si fa più chiaro. Ma è l'incontro fra Liverano&Liverano, una delle più prestigiose sartorie maschili fiorentine nata nel 1948 e celebrata a livello mondiale, e Roy Roger's, il brand italiano di jeans prodotto dalla Manifattura 7 Bell, pioniera nella produzione del denim fin dal 1952, a illuminare il pensiero sul senso delle cose che oggi fanno la differenza: il nuovo jeans è sartoriale e viene costruito secondo i canoni estetici e formali del maestro Antonio Liverano attraverso ricercati dettagli del fatto a mano: il taglio, la cintura e il cavallo più bassi, le tasche posteriori stondate, le fodere dell'archivio storico della sartoria. Ogni paio costa dai 320 ai 360 euro. «Ma va detto che il denim utilizzato è una tela giapponese vegetale, intinta nell'indigo vegetale, si presenta in quattro esclusive declinazioni di blu e di lavaggi, è cucito con filo verde tipico dei Liverano&Liverano e contenuto in un packaging di crine di cavallo, la tipica tela di rinforzo usata in sartoria» dichiara Guido Biondi, direttore creativo di Roy Roger's parlando di un progetto che sovverte gli schemi della consuetudine per dare al jeans un'allure contemporanea. E se ancora ci fossero dubbi sulla forza di questo trend, basta ammirare la collezione Re-Hash che parla di Italian Tailored Jeans-Maker. «Il nostro è un luxury jeans sartoriale: bottone bagnato nell'argento come del resto i rivetti, ricami sulle tasche, etichetta con stampe delle città più belle del mondo, insomma la massima cura per la massima personalizzazione che comprende persino un sacchettino infiocchettato su ogni capo con una profumazione esclusiva» spiega Maurizio Caucci, l'amministratore delegato dell'azienda abruzzese che sforna ogni anno 350 mila capi e produce per moltissimi marchi del lusso internazionale. E se tra le proposte per il prossimo inverno sale il gradimento per un pantalone Re- Hash in velluto millerighe declinato in ben 42 colori, c'è da scommettere che anche in questo caso una costruzione accurata come quella che si esegue in sartoria diventa un autentico valore. Non a caso profumano di atelier persino le Coccogallo, calze che riproducono sulla maglia la texture della pelle di coccodrillo. Le propone Gallo in finissimo filo di Scozia lavorato su telai anni Trenta.

E su stampi recuperati dagli anni Trenta una delle epoche più eleganti che la moda ricordi - vengono realizzati anche gli occhiali creati dagli artigiani italiani scelti da Fabio Attanasio per la collezione The Bespoke Dudes Eyewear: tutto viene fatto in una bottega a conduzione familiare in Italia con materiali italiani, dalle lastre di acetato alle lenti, alle viti. Quando la raffinatezza vola alto.

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