"Stop quarantene e test per gli asintomatici. Sì ai tamponi fai da te. Basta Dad se vaccinati"

Il sottosegretario Costa: "Basta tamponi agli asintomatici, basta scuole chiuse anche nei comuni in zona rossa, basta bollettini con l'elenco generico dei contagiati"

"Stop quarantene e test per gli asintomatici. Sì ai tamponi fai da te. Basta Dad se vaccinati"

«Basta tamponi agli asintomatici, basta scuole chiuse anche nei comuni in zona rossa, basta bollettini con l'elenco generico dei contagiati. I cittadini sono stanchi e stremati, ora è tempo di dare prospettive positive per chi ha fatto il proprio dovere da due anni». Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, offre una visione politica che rispecchia le necessità della popolazione.

Sottosegretario, anche il suo collega Pierpaolo Sileri annuncia un alleggerimento delle regole. Ma da cosa partiamo?

«Da sempre l'impegno di Noi con l'Italia all'interno di questo Governo è stato per la semplificazione, la responsabilità e la libertà dei cittadini. Se vogliamo che gli italiani continuino a rispettare le regole dobbiamo semplificarle e prendere atto che quasi il 90 per cento degli italiani si è vaccinato».

Ci indichi una misura urgente da attuare.

«L'obiettivo è quello di convivere con il virus. Dunque, per prima cosa, smettiamola di fare i tamponi agli asintomatici. Non è che tutti i giorni bisogna misurarsi la febbre per capire se si ha l'influenza. Il termometro si usa solo se non ci si sente bene».

Quindi niente più quarantene per chi non ha sintomi?

«Se vogliamo la convivenza con il virus dobbiamo poter circolare liberamente, con le dovute cautele, ovviamente, cioè l'uso delle mascherine che ormai non fanno più paura a nessuno mentre sono molto importanti per impedire la trasmissione del virus».

Ma in questo modo la circolazione del virus rischia di aumentare.

«Lo stesso Fauci ha detto che tutti incontreremo Omicron, prima o poi. Ma nel nostro paese ci sono 47 milioni di italiani che si sono vaccinati, molti dei quali, se incontrano il virus, non se ne accorgono neppure o hanno sintomi lievi. E per tutti coloro che hanno rispettato in maniera fedele restrizioni e regole dobbiamo offrire uno scenario diverso. È una questione di responsabilità e di credibilità».

L'Emilia Romagna ha introdotto l'autotesting con tampone rapido casalingo per chi ha fatto due dosi di vaccino. Cosa ne pensa?

«È un'iniziativa che merita di essere approfondita in un percorso condiviso e valutare la possibilità di estenderla al tutto il territorio nazionale perché alleggerisce il carico dei servizi sanitari ed è una grande semplificazione per i cittadini».

La quarantena di dieci giorni per i positivi vaccinati con due dosi non è paralizzante?

«Indubbiamente, appena entriamo in una fase endemica la quarantena va ridotta. Oppure si blocca il paese. L'Iss dice che i vaccinati hanno un rischio minimo di finire in ospedale. Mentre la pressione ospedaliera cresce a causa di quelli non vaccinati per scelta. E per colpa loro si rischia un lockdown di fatto».

Anche nelle scuole le regole vanno cambiate?

«Sempre adottando le dovute cautele e senza abbassare la guardia, credo che dalle scuole medie in su, dove la platea dei vaccinati supera l'80%, tutti i ragazzi vaccinati dovrebbero stare in classe, anche se ci sono due o tre positivi. La dad è inevitabile solo per i più piccoli quando ci sono contagi perché loro sono ancora molto scoperti».

Molti sindaci chiudono le scuole se entrano in zona rossa.

«Bisognerebbe tenerle aperte. Perché è il segnale tangibile di un paese che non vuole tornare a chiudere. È un messaggio di fiducia e di speranza».

Il Cts ha bocciato l'idea di cambiare il bollettino. Ma è una faccenda scientifica?

«Nutro un profondo rispetto per il Cts, che è il nostro faro e la nostra guida, ma modificare la comunicazione è una competenza strettamente politica».

E cosa va cambiato?

«Non serve comunicare ogni giorno i dati dei contagiati senza alcuna distinzione. Attualmente diamo forza a quei 180mila casi senza capire quanti sono gli asintomatici e quanti i sintomatici. E' fuorviante».

Perché?

«La pandemia ha cambiato gli scenari e anche la comunicazione deve adeguarsi. Vanno trasmessi i dati che servono a convincere la gente a vaccinarsi e per farlo è utile far conoscere quale tipologia finisce in ospedale».

È una forma di pressing sui no vax?

«Bisogna fare un'opera di persuasione a tutto tondo. Quando ogni giorno viene fuori che oltre il 75% di chi occupa un letto in ospedale ancora non si è vaccinato, magari qualcuno cambia idea».

Però l'obbligo per gli over 50 non ha sbloccato di molto la situazione.

«C'è tempo fino a fine mese per fare la prima dose. Dopo l'impennata di vaccinazioni iniziale, mi aspetto un forte incremento a ridosso della scadenza».

Cioè quando Omicron comincerà la discesa?

«Gennaio sarà il mese del picco ci dicono le previsioni. Ma noi dobbiamo avere il coraggio di anticipare lo scenario cominciando fin da ora con le semplificazioni. Ce lo chiedono i cittadini e tutte le regioni».

Quando sarà archiviato il green pass?

«Non appena la fase epidemica si trasformerà in endemica, il discorso andrà rivisto».

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