Stoppata a Milano la "fiera dell'utero in affitto". Il centrodestra alza il tiro: "Moratoria globale"

Date cancellate dopo le reazioni. Gli organizzatori: "Non è dipeso da noi"

Stoppata a Milano la "fiera dell'utero in affitto". Il centrodestra alza il tiro: "Moratoria globale"

A Milano non ci sarà nessuna «fiera» dell'utero in affitto, quantomeno per il momento. La versione italiana del salone parigino «Désir d'enfant», ribattezzata «un sogno chiamato bebè», è stata rinviata al 2023. Gli organizzatori, però, addolorati per una «decisione difficile» presa «a causa di circostanze al di fuori del nostro controllo», non mollano e promettono che «le nuove date saranno pubblicate a breve». Il problema sembra dunque solo rimandato. Contro la fiera si era espressa Giorgia Meloni, invitando il sindaco di Milano Giuseppe Sala a fermare un «evento propagandistico basato su una pratica vietata in Italia, che mercifica i bambini e il corpo delle donne». Il senatore di Fi, Maurizio Gasparri, aveva interrogato il ministro Speranza, mentre la deputata di Fdi, Paola Frassinetti, aveva incluso anche Lamorgese, chiedendo lumi su quali azioni il Viminale avesse in mente per far rispettare la legge 40 del 2004, che vieta qualsiasi forma di commercializzazione della maternità surrogata. Anche la ministra Mara Carfagna era scesa in campo, dopo aver già avanzato un pdl nel 2020 per rendere la pratica un reato anche se effettuata all'estero. La questione era approdata addirittura al Parlamento europeo, dove la leghista Isabella Tovaglieri aveva richiesto l'intervento delle istituzioni comunitarie per fermare la manifestazione. Il Carroccio, intanto, ha presentato tre proposte di legge in Parlamento e un'altra di iniziativa popolare depositata in Cassazione da Matteo Salvini, per «bloccare un business che in tutto il mondo vale 6 miliardi all'anno». Secondo il senatore della Lega, Simone Pillon, «il rinvio a data da destinarsi è sicuramente una buona notizia. Spero che questa sia l'occasione buona per far convergere tutte le forze politiche, arrivando a una moratoria internazionale dell'utero in affitto e una sua punibilità anche se commessa in un altro Paese». Pillon alza il tiro e si scaglia contro Sala, «che si riempie la bocca di diritti e quando quelli di donne e bambini vengono calpestati non dice una parola: vorrei che si esprimesse e dicesse chiaramente come la pensa». Il sindaco, lo scorso settembre e a pochi giorni dal voto, era stato quasi costretto a prendere una posizione, sottolineando che il Comune non avrebbe mai concesso il patrocinio a un evento del genere: «Come al solito un colpo alla botte e uno al cerchio. Sala si è speso in maniera diretta su questioni molto più divisive, ma su questa il Comune non ha indirizzato la città come fa con altre materie», osserva il coordinatore nazionale dei giovani di Fi, Marco Bestetti. Il capogruppo lombardo del Pd in Regione, Fabio Pizzul, accoglie favorevolmente il rinvio della fiera: «Sembrava una forzatura inopportuna. Questa tematica va affrontata nell'ambito dei limiti già esistenti in Italia, per evitare qualsiasi deriva commerciale».

D'accordo anche sulla moratoria internazionale, soprattutto «per evitare scorciatoie e aggirare le normative. Sono temi delicati su cui è difficile riflettere. Ma se la politica non lo fa prevale la parte del business».

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