Strage dei neonati in India, altri 61 morti in tre giorni

Altre 70 vittime soltanto pochi giorni fa. E dall'inizio dell'anno la clinica ne ha contate mille e 250

Strage dei neonati in India, altri 61 morti in tre giorni

C'è una strage di innocenti della quale si perdono le cifre. I nomi, i perché, le responsabilità. Quasi non se ne parla, tanto vista da qua è lontana, quasi impalpabile, come se la «moria» fosse inevitabile.

Eppure i numeri, sono terribili: nelle ultime 72 ore almeno sessantuno bambini indiani, per lo più neonati, sono morti nell'ospedale Baba Raghav Das di Gorakhpur (Stato settentrionale di Uttar Pradesh), lo stesso dove in una settimana all'inizio di agosto avevano perso la vita altri settanta piccini. Sembra che l'ospedale avesse terminato le riserve di ossigeno e che nessuno ne avesse fatto richiesta.

Lo riporta l'emittente Ndtv.

Secondo il giornale, che cita un responsabile della struttura, dei 19 bambini morti nelle ultime 24 ore, quattro sono deceduti per encefalite, mentre gli altri nel reparto di terapia intensiva in neonatologia; inoltre sei bambini hanno perso la vita tra sabato e domenica, ma il giornale non riporta quali siano state le cause dei decessi. Secondo fonti dell'ospedale molti dei piccoli pazienti sarebbero arrivati in condizioni talmente critiche da non permettere ai medici alcuna possibilità di salvarli. Si parla di numerosi casi di encefalite, ma anche di altre malattie endemiche nella regione. Uno dei medici che si occupano della patologia che colpisce il cervello (spesso provocata da un virus) riferisce che la situazione potrebbe peggiorare a causa delle piogge e alluvioni che in questo periodo di monsoni stanno flagellando la zona: «Accogliamo pazienti da Uttar Pradesh, Nepal e dallo Stato di Bihar, che stanno affrontando alluvioni e questo porta un aumento del numero di bambini che arrivano», ha spiegato. Proprio l'altro giorno l'ex direttore dell'ospedale, Rajeev Mishra, è stato arrestato insieme alla moglie Purnima Shukla nell'ambito delle indagini sulle morti dei bambini di circa tre settimane fa.

Povertà, malasanità, incuria, in un Paese in cui ci sono più telefonini per abitante che servizi igienici.Secondo uno studio pubblicato dalle Nazioni Unite ci sono 545 milioni di proprietari di cellulari e solo 316 milioni di possessori di bagni, cioè il 31% della popolazione. La telefonia è riuscita a prendere con sé anche le classi più povere, meglio un telefonino o una toilette? Secondo gli Indiani meglio un telefonino! Tutto ciò mentre il mondo politico e i media locali sono in subbuglio per questa «mattanza» a Gorakhpur, città dove è stato eletto l'attuale «chief minister» (il governatore), Yogi Adityanath, esponente del partito di centro-destra Bjp e vicino al primo ministro dell'India, Narendra Modi.

A quanto riferiscono le tv locali, i decessi sono cominciati martedì scorso, subito dopo che la compagnia Pushpa Salesavev comunicato che avrebbe sospeso l'invio delle bombole di ossigeno, e si sono aggravati perché l'amministrazione

dell'ospedale non ha di fatto disposto alcun piano di emergenza.

Secondo le statistiche disponibili nello stesso ospedale Brd, dall'inizio dell'anno sono morti 1.250 bambini per encefalite nel reparto di rianimazione neonatale.

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