Gli strani silenzi di Conte & Co: la task force di Colao è un mistero
Il 10 aprile il premier ha annunciato la creazione dell'unità operativa per la ricostruzione affidandola all'ex ad Vodafone. Da allora ha iniziato però a snobbarla, relegandola dietro le quinte e lasciandola sola a subire gli attacchi. Perché? Il punto di Piero Tatafiore
Il 10 aprile il premier ha annunciato la creazione dell'unità operativa per la ricostruzione affidandola all'ex ad Vodafone. Da allora ha iniziato però a snobbarla, relegandola dietro le quinte e lasciandola sola a subire gli attacchi. Perché? Il punto di Piero Tatafiore

Annunciata in pompa magna e poi lasciata cadere – sembra anche di proposito – nel dimenticatoio. È la task force per la ricostruzione di Vittorio Colao. Il progetto affidato al manager da Giuseppe Conte e dal governo giallorosso stesso, dopo il lancio è stato snobbato (e continua a esserlo) sia dal premier, sia dalla maggioranza. La domanda sorge spontanea: perché? E il "perché", in realtà, può essere duplice: perché l'esecutivo ha voluto questa task force?
A questo secondo perché – e di rimbalzo anche al primo – si può rispondere buttando lì l'ipotesi che in realtà l'ex amministratore delegato di Vodafone e la sua schiera di esperti sia stata in qualche modo imposta dall'alto – dal Colle del Quirinale – dal capo dello Stato Sergio Mattarella. E che Palazzo Chigi, il suo inquilino e i giallorossi abbiano poi dovuto ingoiare il rospo, peraltro temendo – dopo le voci su Mario Draghi – che Colao possa ambire sostituire Conte in un eventuale futuro governo di unità nazionale.
Difficile spiegare altrimenti lo strano silenzio del sedicente avvocato del popolo, di Pd e M5s, su Colao e il pool di 17 tecnici chiamato - viste le difficoltà del governo stesso nel gestire l'emergenza sanitaria ed economica provocata dalla pandemia di coronavirus – a organizzare la ripartenza la riapertura del Paese, tra linee guida, Fase 2, 3 così via,
Un silenzio che non sta giovando né al Conte-bis né alla task force di Colao. Visto che sui social, dove ormai si è spostato il dibattito politico e dove i cittadini trascorrono sempre più ore – specialmente in queste settimane di isolamento forzato – il sentiment nei confronti dell'unità operativa è decisamente negativo.
Un'analisi sui flussi Twitter condotta da Utopia, infatti, registra la percezione negativa circa la task force, spesso e volentieri affiancata da commenti critici che sottolineano la carenza di donne nel team e il numero elevato di membri (17), ai quali si aggiungono anche considerazioni più "complottiste" del "cosa nasconde dietro" e che sottolineando l'appartenenza di Colao ai "poteri forti" e al Gruppo Bilderberg.
Un cortocircuito che abbiamo voluto approfondire con l'esperto di comunicazione Piero Tatafiore, che ci spiega: "Il 10 aprile Giuseppe Conte ha annunciato la costituzione della task force Colao e da quel giorno né lui né alcun membro della maggioranza – salvo il segretario Pd Nicola Zingaretti – ha twittato nemmeno un benvenuto e un augurio di buon lavoro e neppure un aggiornamento sull'andamento dei lavori dell'unità operativa stessa...".
Insomma, zero di zero. "La task force è (stata) lasciata dietro le quinte, forse perché la maggioranza non se ne vuole fare carico", aggiunge il giornalista di Italia in Movimento. Come se i giallorossi volessero prendere le distanze dalle linee guida che i tecnici stanno elaborando, qualora fossero poco gradite alla popolazione.Certo è l'autogol politico e soprattutto l'errore comunicativo, perché – aggiunge Tatafiore – "dopo averla nominata, ammettiamo anche di controvoglia, lasciare che la task force subisca attacchi quotidiani – senza neanche un tweet di difesa o di solidarietà – la indebolisce e di rimbalzo non giova nemmeno all'immagine del governo e di Conte stesso. Che sul piano della comunicazione continuano a inanellare una topica dopo l'altra".
"La sensazione è proprio che al governo e al premier non gliene freghi granché, per non dire niente. Motivo per il quale sorge spontaneo chiedersi: ma Colao & Co. chi li ha voluti? Speriamo riesca comunque a fare ciò per cui è stato chiamato…", conclude infine Tatafiore.
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